Il misterioso uomo nero delle Olimpiadi


Le Olimpiadi invernali del 1968 si disputarono in Francia, precisamente a Grenoble. Era la decima edizione dei Giochi e per spettacolarità, emozioni ed agonismo non deluse le attese. Vi parteciparono 1.158 atleti provenienti da 37 Paesi che gareggiarono in 35 competizioni di 10 discipline diverse tra il 6 e il 18 febbraio di quell'anno. Tra gli otre mille atleti però, ce ne stato uno che spiccò su tutti, ottenendo la bellezze di tre medaglie d'oro, monopolizzando tutte le gare maschili dello Sci Alpino.
Jean-Cluude Killy
Quell'uomo è Jean-Claude Killy, beniamino di casa e Re indiscusso di quell'edizione dei Giochi. Ma dei tre ori vinti, uno, quello dello Slalom Speciale, a distanza di molti anni è ancora avvolto in un alone di mistero. Ma andiamo con ordine: il 9 febbraio Killy vince per soli 8 centesimi sul connazionale Perillant l'oro in Discesa Libera mentre tre giorni dopo nello Slalom Gigante, la sua specialità preferita, sbaraglia la concorrenza vincendo con oltre 2 secondi di vantaggio sullo svizzero Favre e quasi 3 sull'austriaco Messner. Così, sabato 17 febbraio penultimo giorno di Giochi, è in programma lo Slalom Speciale. Anche in questa occasione tra i favoriti c'è il 24enne francese che ha la grande possibilità di completare una tripletta riuscita in passato solo all'austriaco Toni Sailer a Cortina nel 1956. La gara risulterà essere una delle più controverse della storia dello Sci Alpino, dove la medaglia d'oro verrà prima revocata, la classifica finale riscritta, infine riassegnata e dove i protagonisti principali sono i primi divi degli sport invernali. E veniamo al dunque. Al momento del sorteggio dei pettorali a Killy tocca il numero 15. Il pettorale è alto ed il francese è costretto a scendere con una pista già molto segnata ma questo non lo ferma, tanto che  Killy riesce comunque a firmare il miglior tempo. Al contrario delle gare precedenti però, lo Slalom resta ancora incerto visto che ci sono ben 14 atleti racchiusi in soli 7 decimi di secondo. Tra la prima e la seconda manche sulla pista di Chamrousse cala la nebbia. Killy è costretto a scendere per primo, fa una buona manche anche se non rischia più di tanto, alla fine il tempo è buono ma sembra comunque battibile. Infatti tra gli atleti che si susseguono, il norvegese Mjoen riesce a far meglio di 55 centesimi. La tripletta per Killy sembra sfumare ma arriva il primo colpo di scena: un quarto d'ora dopo la sua discesa, la giuria di gara squalifica il norvegese per aver saltato due porte. Il francese è ancora primo ma adesso tocca all'altro favorito di giornata, l'austriaco Karl Schranz, icona dello sci di quegli anni. Dopo la prima manche è terzo ma quella sa che è la sua grande occasione e si getta in cerca del tutto per tutto. Al traguardo però Schranz non arriva. E' successo qualcosa. L'austriaco è fermo a metà tracciato, discute con alcuni addetti alla pista, è visibilmente irritato, sostiene che una figura nera, per l'esattezza un "Uomo Nero", gli abbia attraversato la pista. Schranz risale alla partenza con lui due delegati della Federazione e un atleta della Germania Est che confermano l'accaduto. C'è un po di diatriba ma alla fine un membro della Federazione gli concede di ripetere la manche. Forte del fatto di aver già provato un terzo del tracciato Schranz sbriciola il tempo di Killy ed è primo. Campione olimpico! O almeno così sembra.
Karl Schranz congratulato da Killy e Sailer
C'è qualcosa che non quadra però, la giuria tende a ritardare l'ufficialità della vittoria. Circola voce di una riunione d'urgenza della giuria di gara che nutre dubbi sulla regolarità della discesa dell'austriaco. Esce fuori che un giudice di gara abbia segnalato che Schranz prima di fermarsi nella discesa "dell'uomo nero", aveva già saltato due porte, le stesse del norvegese precedentemente squalificato. L'austriaco viene chiamato a rapporto per dare la sua spiegazione: Schranz non nega ma sostiene a gran forza che proprio la figura di quell'uomo nero, intravisto nella nebbia, lo abbia distratto al punto di seguire le tacce del norvegese che lo hanno poi portato fuori pista. Il clan austriaco insinua, addirittura, che la sagoma fosse quella di un agente di sicurezza francese entrato di proposito sul tracciato. Dopo 5 ore arriva il verdetto ufficiale: Schranz è squalificato!. Dei 5 membri della giuria, 3 gli danno contro e 2 sono a favore. Quelli a favore sono un norvegese e un britannico (lo stesso che gli fece ripetere la  manche), quelli contro sono due francesi e uno svizzero. L'oro quindi va a Killy che così completa la storica tripletta, diventando eroe nazionale. Il francese liquiderà la vicenda affermando che "un oro in più o meno non fa differenza" e due mesi dopo annuncia a sorpresa l'addio alle gare. Si dedicherà dapprima alle corse automobilistiche per poi diventare testimonial di compagnie importanti quali Chevrolet, Moet & Chandon o American Express. Più avanti, nel 1972, approda a Hollywood per interpretare il protagonista di "Grande slalom per una rapina", un poliziesco ambientato in una stazione sciistica. Si dedicherà alla tv conducendo un paio di trasmissioni negli USA, insomma starà sempre sotto i riflettori. Per quanto riguarda Schranz proseguirà a buoni livelli per un paio di anni (dove vincerà un paio di Coppe del Mondo) prima che arrivino gli anni d'oro della Valanga Azzurra. Anche a distanza di anni dirà sempre che quel giorno fu derubato della medaglia d'oro olimpica, dando la colpa sempre a quel misterioso Uomo Nero!

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