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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

Credete nei miracoli?..siii!!

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Lo sport mondiale è costellato di episodi, trionfi, personaggi che da sempre emozionano ed esaltano l'opinione pubblica. Tra le tante storie, quelle che riscaldano maggiormente i cuori degli appassionati sono legate alle vittorie cosiddette impossibili, dove chi vince compie una vera e propria impresa e in alcuni casi, addirittura, c'è chi grida al "miracolo sportivo". A tal proposito, l'esempio più eclatante riguarda la partita di hockey sul ghiaccio tra Usa e Urss giocata nel febbraio del 1980. I fatti ci riportano alle Olimpiadi invernali che quell'anno si svolsero a Lake Placid, negli Stati Uniti. Il torneo maschile di hockey sul ghiaccio vedeva ai nastri di partenza 12 nazionali suddivise in due gruppi da 6. Il regolamento prevedeva che le prime due di ogni girone si qualificassero alla seconda fase, formando un nuovo gruppo da 4, denominato "gruppo per le medaglie". Le squadre si portavano dietro i punti della prima fase e incontravano sol

L' Australian Open ha ancora il suo Re

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Si è appena conclusa la 106sima edizione dell'Australian Open di tennis, la gente sugli spalti della Rod Laver Arena di Melbourne da diversi minuti è in piedi ad applaudire l'uomo al centro del campo con in mano il trofeo del vincitore che, visibilmente commosso, saluta e ringrazia. E' svizzero, ha quasi quarant'anni, ha appena vinto il suo sesto Australian Open che è anche il 20simo Slam della carriera aggiornando il record che lui stesso teneva, è uno dei più grandi tennisti di ogni tempo, forse, il più grande. Quell'uomo, ovviamente, è Roger Federer. E' difficile trovare parole per descrivere la grandezza di questo atleta, Federer è semplicemente un mito, anzi di più, una leggenda vivente. La cosa incredibile è che più il tempo passa più, Re Roger, sembra forte, un pò come il vino buono che invecchiando migliora. E' conosciuto ormai in tutto il mondo, anche chi di tennis conosce poco o nulla ha sicuramente sentito parlare di lui. A 37 anni la sua carrie

Per non dimenticare

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Il 27 gennaio 1945 i soldati dell'Armata Rossa abbattevano i cancelli del campo di concentramento e di sterminio di Auschwitz-Birkenau e liberavano i prigionieri sopravvissuti. Per questo motivo l'ONU, a partire dal 2005, ha deciso di celebrare ogni anno in questa data "la giornata della memoria" per commemorare tutte le vittime dell'Olocausto In questo blog si parla di sport, di passione, di sudore, a volte enfatizzando storie e utilizzando parole come "eroe" o "dramma" ma è chiaro che di fronte a temi del genere tutto sembra terribilmente superficiale. La speranza è che ognuno di noi, almeno in questo giorno, possa ricordare come non più di 70 anni fa accadevano fatti di cui l'Uomo si dovrebbe vergognare per sempre. Ricordare è importante perchè, si spera, dovrebbe servire a non ripetere certi errori. Come detto questo è un blog sportivo, allora a modo mio cercherò di commemorare questo giorno parlando di Arpad Weisz. Proprio in questi

La portabandiera silenziosa

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Ormai ci siamo, le Olimpiadi invernali sono alle porte. Dal 9 al 25 febbraio i riflettori saranno tutti puntati a Pyeongchang, in Corea del Sud per l'evento più importante dell'anno. Per 15 giorni il mondo sportivo vivrà la sua sublimazione, attesa come di consueto quattro anni. E così anche quegli sport che solitamente hanno poca risonanza mediatica riusciranno a ritagliarsi il loro spazio. Il grande pubblico ri-scoprirà il Curling, si appassionerà per le gare di slittino rimarrà a bocca aperta per le incredibili acrobazie di snowboard, insomma, vivrà lo sport allo stato puro. E l'Italia? La nostra spedizione sarà composta da oltre 120 atleti, la seconda più numerosa di tutti i tempi dietro solo a quella casalinga di Torino 2006, l'obiettivo è quello di fare meglio di  Sochi quando ottenemmo 8 podi: due argenti e sei bronzi. Ad aprire i Giochi l'attesa cerimonia d'apertura che si annuncia spettacolare con la piacevole novità delle due Coree che sfileranno s

Nasce la Uefa Nations League

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C'è un'altra data storica nel panorama calcistico europeo: il 24 gennaio 2018. A Losanna, infatti si sonno svolti i sorteggi della nuova competizione per Nazioni targata UEFA (l'organo che dirige il calcio europeo), ovvero, la Nations League. Di cosa si tratta? In sostanza è una sorta di Champions League per nazionali con l'aggiunta dei criteri base dei vari campionati di tutta Europa, con tanto di promozioni e retrocessioni. Prima di capire di cosa si tratta però, come direbbe uno storico giornalista la domanda sorge spontanea: Ma ce n'era davvero bisogno? A sentire quelli dalla Uefa pare di si. Il discorso è del tipo che bisogna modernizzare le competizioni accontentando l'esigenze del pubblico. Il pubblico in questione sarebbero i tifosi, ma in un calendario già fitto di impegni come quello moderno, davvero il "pubblico" ha bisogno di altri campionati? Anche in questo caso la risposta è già pronta: la competizione punta a sostituire le amichevoli

Un bullone d'oro

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Può un semplice bullone di ferro, mezzo arrugginito, valere quanto una medaglia d'oro? La risposta sembrerebbe scontata visto la differenza di valore e di prestigio dei due materiali, eppure, nell'ultra-centenaria storia delle Olimpiadi è successo anche che il più comune dei pezzi meccanici fu determinante per l'assegnazione di ben due medaglie d'oro. I fatti e i personaggi narrati nelle prossime righe, oltre a far riflettere, possono essere presi come esempio per spiegare al meglio il concetto di sport ed i principi fondamentali su cui si basano le Olimpiadi moderne. Ma andiamo con ordine. Siamo nel 1964, le Olimpiadi invernali si svolgono a Innsbruck, in Austria. I Giochi sono già entrati nel vivo, le gare si susseguono e lo spettacolo non manca. Il 1° febbraio il programma prevede la finale di Bob a 2, è la gara più importante di questa disciplina e si preannuncia molto incerta. In Italia l'attesa è tanta, c'è profumo di medaglie, tra i favoriti dell

I 5 giorni d'oro della boxe italiana

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C’è stato un periodo dove in Italia lo sport nazionale non era il calcio, parliamo di un tempo in cui si viveva ancora in “bianco e nero” ma dove tutto, forse, era più genuino. Siamo all’inizio degli anni ’60, lo sportivo medio italiano seguiva la squadra di calcio preferita, che molto spesso era quella locale, ma se voleva esternare il proprio senso patriottico (all’epoca molto sentito!) doveva guardare in altre direzioni anche perché la Nazionale era in piena crisi (non si era nemmeno qualificata al Mondiale di due anni prima).  Ecco allora che avevano parecchio seguito sport come l’ippica, la pallanuoto, lo sci ma soprattutto il ciclismo e la boxe. Ad enfatizzare il tutto, quell’anno, ci furono le Olimpiadi di Roma che riscossero un successo incredibile non solo in Italia. Proprio durante l’Olimpiade si accavallò un evento molto atteso all’epoca, ovvero, l’incontro di pugilato valido per il titolo mondiale dei pesi welter junior che vedeva di fronte il nostro Duilio Loi al portor

Ode al Pordoi

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La Montagna, il luogo dove la quiete, la tranquillità, il silenzio la fanno da padrone. Paesaggi magici sospesi tra la terra ed il cielo. Ci sono mesi in cui il vento è l'unico suono, poi arriva la neve, così luminosa e splendente. Nel nostro Paese, tra Alpi e Dolomiti, c'è l'imbarazzo della scelta in quanto a impianti sciistici o scenari naturali che catturano turisti da tutto il Mondo. Ma c'è anche un altro tipo di turismo, molto più passionale e romantico, quello sportivo come ad esempio quello legato al ciclismo. Anzi, nel ciclismo, spesso sono proprio le montagne le vere protagoniste, teatri naturali di grandi imprese e mete di tantissimi tifosi arrampicati e stipati su costoni o nelle distese d'erba per aspettare il passaggio del proprio beniamino. Gavia, Mortirolo, Zoncolan, giusto per citarne qualcuno, sono nomi che ormai fanno parte del mito. Ma tra tanti ce ne uno che più di altri stuzzica la fantasia degli appassionati italiani: il Pordoi!. Da sempre

La mia Streif

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Sono sempre rimasto affascinato dai così detti uomini-jet dello sci alpino, questi pazzi che si buttano in picchiata su piste ripidissime con mezzi, per me (..e le mie ginocchia), impossibili come gli sci! Difficile capire perchè uno sport come lo sci (alpino o nordico che sia) mi abbia sempre appassionato considerando il fatto che non ho mai avuto modo di praticarlo, eppure, ricordo che sin da bambino restavo imbambolato davanti alla tv a guardare le varie gare sciistiche. Certo, l'aver vissuto il periodo d'oro dei Tomba o delle Compagnoni indubbiamente ha facilitato il tutto, però se ci fate caso i suddetti Campioni riguardavano principalmente discipline dalle "porte strette" (Slalom e Gigante.per lo più..), allora che c'entrano gli uomini-jet?. Credo che la differenza agli occhi dell'allora ragazzo l'abbia fatto l'infinito coraggio di questi atleti ma sopratutto la bellezza e le linee di alcune piste del Mondiale. Una di queste, in particolar modo