I 5 giorni d'oro della boxe italiana
C’è
stato un periodo dove in Italia lo sport nazionale non era il calcio, parliamo
di un tempo in cui si viveva ancora in “bianco e nero” ma dove tutto, forse,
era più genuino. Siamo all’inizio degli anni ’60, lo sportivo medio italiano
seguiva la squadra di calcio preferita, che molto spesso era quella locale, ma
se voleva esternare il proprio senso patriottico (all’epoca molto sentito!) doveva
guardare in altre direzioni anche perché la Nazionale era in piena
crisi (non si era nemmeno qualificata al Mondiale di due anni prima). Ecco
allora che avevano parecchio seguito sport come l’ippica, la pallanuoto, lo sci
ma soprattutto il ciclismo e la boxe.
Ad enfatizzare il tutto, quell’anno, ci
furono le Olimpiadi di Roma che riscossero un successo incredibile non solo in
Italia. Proprio durante l’Olimpiade si accavallò un evento molto atteso
all’epoca, ovvero, l’incontro di pugilato valido per il titolo mondiale dei
pesi welter junior che vedeva di fronte il nostro Duilio Loi al portoricano
Carlos Ortiz. Loi, uno dei più grandi pugili italiani di tutti i tempi, diventato
campione europeo di categoria ottenne la chance di battersi per il titolo
mondiale con Ortiz che intanto aveva
fatto il vuoto. Il primo incontro si svolse a San Francisco e vide prevalere il
portoricano, ma la vittoria fu molto contestata tanto che per molti Loi fu il
vincitore morale del match. Fiutata l’occasione l’entourage dell’azzurro chiese
ed ottenne la rivincita che stavolta si sarebbe svolta in Italia. Loi,
triestino di nascita, era conosciutissimo in tutta Italia ed aveva un suo vasto
pubblico a Milano perciò fu deciso che il match si sarebbe svolto allo stadio
di San Siro. La data scelta fu l’1
settembre 1960 in pieno periodo olimpico. Loi era leggero e piccolino, non
possedeva un pugno potente ma possedeva i riflessi di una molla, tanto che il
suo sinistro arrivava sempre prima del suo avversario, una delle sue principali
caratteristiche era quella di saper cambiare tattica a seconda di chi
affrontava. Era, inoltre, l’uomo degli ultimi due round in cui riusciva a
trovare le energie per finire in bellezza. Per quella occasione, il triestino,
si preparò al meglio, isolandosi nella tranquillità della zona del varesotto
(Comerio). Ortiz che aveva la peculiarità che quando dava la rivincita ai
rivali riusciva sempre a fare meglio del match precedente era molto temuto per
questo, insomma, con l’avvicinarsi del match l’attesa aumentava a dismisura.
Finalmente arrivò il giorno. Il 1° settembre, era un giovedì, a San Siro si
presentò il pubblico delle grandi occasioni, ci fu il tutto esaurito, più di
60mila spettatori assistettero all’incontro. I primi round videro prevalere
Ortiz che riusciva a colpire ai fianchi e ai reni con il suo destro. Loi
sembrava in difficoltà, si limitava a parare i colpi e legarsi al rivale, quasi
ad accontentarsi di una misera sconfitta ai punti. Ma a partire dal sesto round
il vento cambiò, Loi prese fiducia, e il suo gancio sinistro andò sempre più
spesso a bersaglio. Tra l’undicesimo ed il tredicesimo round il nostro
portacolori compì un capolavoro, frastornando Ortiz che però ebbe il merito di
resistere da campione. A quel punto era chiaro che Loi era in netto vantaggio,
così nelle ultime due riprese il portoricano con grande coraggio provò il tutto
per tutto, ma l’italiano finì in incredibili condizioni di freschezza e portò a
casa il match ai punti, laureandosi campione del mondo!. San Siro era in
delirio, l’Italia tutta era ai piedi del suo eroe, fu una serata magica. Ma non
era finita qui, quattro giorni dopo, lunedì 5 settembre, al Palazzo dello Sport
di Roma si svolsero le finali di pugilato dell’Olimpiade. Fu un trionfo
azzurro! Arrivarono 3 ori, nell’ordine: Francesco Musso nei pesi piuma, Nino
Benvenuti nei welter e Francesco De Piccoli nei massimi; più 3 argenti e 1
bronzo. In sostanza in sole tre categorie sulle dieci totali l’Italia non andò
a medaglia e finì prima nel medagliere della boxe. Oltre al risultato va
ricordato il grandissimo seguito di pubblico che ebbero quelle finali ed il
valore dei pugili che vi presero parte basti notare che nei mediomassimi fece
scalpore la facilità e la forza con cui il vincitore si sbarazzò degli
avversari. Quell’uomo era un certo Cassius Clay, al secolo, Muhammad Alì!.
Tornando ai nostri colori non vi è dubbio che quel mese, anzi, quei cinque
giorni, sono stati per la boxe italiana il punto più alto della propria storia
e sull’onda di quei successi per diversi anni potè considerarsi, a ragione, lo
sport nazionale.
San Siro esaurito per l'incontro Loi - Ortiz |
Lo sport non è la mia passione..ma mi affascina sempre il modo che hai di raccontare le cose..
RispondiEliminaGrazie mille!!...Hai detto bene, la differenza la fà la passione, in ogni cosa!!
Elimina