Il Mondiale argentino e la "marmelada peruana"

E' risaputo che il Mondiale di calcio è una delle manifestazioni sportive più seguite al mondo, seconda solo alle Olimpiadi. Nella quasi centenaria storia dei Mondiali (i primi si svolsero nel 1930) ci sono state partite che per spettacolarità, importanza e intensità hanno talmente toccato l'opinione pubblico da aver avuto un ruolo importante persino nella cultura popolare dei vari Paesi. Mentre ci sono altre partite che vengono ricordate per aver lasciato ombre e misteri sul loro regolare svolgimento. Ed è proprio di una di queste "storiche" partite che vogliamo soffermarci. Si tratta dell'incontro tra Argentina e Perù del Mundial '78 passato alla storia come la partita della "marmelada peruana".
Andiamo con ordine. Nel 1978 i Mondiali si svolgono proprio in Argentina, il Paese sudamericano si trovava in una situazione politico-sociale, come dire, particolare. Due anni prima grazie ad un colpo di stato il Generale Jorge Videla diventò Presidente dell'Argentina e di fatto ne fu dittatore. Il suo regime si basava fondamentalmente su una semplice regola: chi non manifestava appoggio alla dittatura veniva perseguitato e ucciso. Proprio il Mondiale fu per Videla importantissimo per guadagnare l'appoggio popolare, infatti, sfruttò la manifestazione iridata come strumento di propaganda e come diversivo per la gente che desiderava aggrapparsi a qualche "gioia" per superare i problemi economici in cui versava il Paese, così facendo il suo regime poteva continuare a sterminare i dissidenti o presunti tali (nasce così  l'espressione "Desaparecidos"). Proprio come protesta verso questo tipo di governo una delle stelle annunciate del torneo, l'olandese Johan Cruijff, decise di non partecipare al torneo. Anche questo, a conti fatti, risulterà decisivo. Il torneo cominciò nel migliore dei modi per l'Argentina che inserita in un girone insidioso vinse le prime due partite contro Ungheria e Francia assicurandosi il passaggio del turno con una giornata d'anticipo. Va detto che in entrambe le partite l'arbitraggio fu quanto meno casalingo, specie nella sfida con i transalpini ci fu più di un episodio che favorì i padroni di casa. Altrettanto onestamente bisogna dire che che la nazionale argentina era una delle squadre che meglio impressionò per la qualità del gioco e per il talento di alcuni suoi giocatori e venne indicata, a ragione, come una delle candidate al titolo. La terza partita di quel primo girone serviva solo a decidere chi sarebbe arrivata prima o seconda. Fatto comunque non trascurabile, perchè arrivando primi gli argentini potevano continuare il loro cammino nel "fortino di casa", ovvero, a Buenos Aires. A contendere quel primato era l'Italia, che fin lì stava stupendo tanto da essere anch'essa considerata tra le favorite. A sorpresa vinsero gli azzurri (1-0 con gol di Bettega). Per l'Argentina ( e per Videla) fu uno smacco e la nazionale dovette trasferirsi a Rosario per la seconda fase. Questo turno prevedeva un nuovo girone da 4 la cui vincente accedeva direttamente in finale (la seconda classificata doveva accontentarsi della finalina per il terzo posto). E qua entra in scena anche il Perù!. Infatti oltre ad Argentini e Peruviani il gruppo comprendeva Brasile e Polonia. Dopo due giornate la situazione era ben delineata: a contendersi l'accesso in finale restavano Brasile e Argentina. Il 21 giugno era in programma l'ultima giornata. Grazie a delle piroette organizzative l'Argentina ottenne di giocare dopo la partita del Brasile, infatti, al contrario di quanto succede oggi all'epoca dei fatti le partite dell'ultima giornata non venivano giocate in contemporanea e così, motivando la scelta per questioni di diritti televisivi, alle 16:45 si sarebbe giocata Brasile-Polonia (a Mendoza) e alle 19:15 Argentina-Perù (a Rosario). Il primo incontro vide prevalere i brasiliani che s'imposero per 3-1, in base a questo risultato gli argentini, prima ancora di scendere in campo, sapevano che per andare in finale non bastava semplicemente battere il Perù ma era necessaria una vittoria con almeno 4 gol di scarto, questo perchè a parità di punti sarebbe contata la differenza reti. La situazione si faceva complicata per gli argentini perchè il Perù, seppur già eliminato, era squadra tutt'altro che sprovveduta e se la vittoria poteva sembrare accessibile, farla di goleada era molto più difficile. I brasiliani che avevano timore di una possibile combine fecero pressioni alla Fifa (che controllasse sopratutto l'arbitro) e chiesero ai peruviani, di non schierare il loro portiere titolare questo per non creare un conflitto d'interessi. Già perchè il portiere peruviano era un certo Ramon Quiroga che in realtà non solo era argentino ma addirittura nativo di Rosario. Quiroga giocava in Perù da 5 anni e proprio per questo potè prendere la cittadinanza in modo tale da realizzare il sogno di giocare un Mondiale visto che in patria era chiuso da rivali più forti. Il Perù rigettò la richiesta brasiliana e Quiroga scese in campo. Va ricordato anche che il clima a Rosario non era idilliaco per i peruviani tanto che la notte prima molti tifosi di casa la passarono sotto l'albergo dei giocatori disturbandoli ripetutamente, non solo, ma il giorno della partita l'autobus coi peruviani impiegò oltre due ore per compiere il tragitto, in teoria di 15 minuti, fino allo stadio per poi alla fine fermarsi davanti alla curva argentina. Il clima allo stadio era semplicemente incandescente, non si trattava di semplice tifo, era una sorte di continua minaccia verso i rivali. L'andamento della partita fu strano, nel primo tempo sul risultato di 0-0 il Perù andò vicino al vantaggio cogliendo un palo, subito dopo Kempes portò avanti i padroni di casa ma la partita restava comunque in equilibrio fino a quando a 3' dall'intervallo Tarantini siglò il 2-0. A questo punto qualcosa cambiò. Ad inizio ripresa, nel giro di due minuti, arrivarono altri 2 gol (ancora Kempes e Luque) a quel punto con ancora 40' da giocare l'Argentina era virtualmente in finale. Il Perù era alle corde e complice una difesa ballerina sul finale incassò altri 2 gol (Housemann e di nuovo Luque). Risultato finale 6-0! In quanto a Quiroga possiamo dire che non ha evidenti colpe sui gol subiti ma anche che non sembra essersi dannato l'anima per evitare la debacle. Come è ovvio subito dopo il match i brasiliani recriminarono sostenendo che la combine fosse evidente e le polemiche furono enormi tanto che si sfiorò il caso diplomatico. La nomea di "marmelada peruana" uscì fuori col tempo e a coniarla furono i giornalisti brasiliani. Va detto anche che si aprì una vera inchiesta attorno a quella partita ma nel corso degli anni non saltò fuori nessuna prova sulla presunta irregolarità. Pare che la versione più attendibile sia che il Governo di Videla inviò segretamente decine di migliaia di tonnelate di grano al Governo di Lima e che diede qualche bustarella ad alcuni giocatori peruviani e allo stesso Quiroga che, però, nelle interviste concesse negli anni ha sempre negato il tutto. In definitiva, non sapremo se quel giorno per l'Argentina fu vera gloria.
A quel punto mancava un solo ostacolo per il titolo: l'Olanda. Gli oranje erano riusciti a prevalere sull'Italia ed il 25 giugno allo stadio Monumental di Buenos Aires si giocarono il Mondiale con l'Argentina. La partita fu molto intensa, spigolosa, giocata in un clima di tensione fortissima. L'Argentina passata in vantaggio col solito Kempes venne raggiunta solo nel finale da un gol di Nanninga che portò l'incontro ai supplementari non prima però di un ultimo brivido finale, infatti, proprio al 90° minuto l'olandese Resenbrick prese un clamoroso palo. Ai supplementari il gioco, se possibile, diventò ancora più aspro con ripetuti falli. A spezzare l'equilibrio fu ancora Mario Kempes (il primo "SuperMario" della storia del calcio) riportando l'Argentina avanti. A quel punto si giocò sempre meno per via dei continui falli di gioco e ci fu solo il tempo per il terzo e definitivo gol argentino con Bertoni. Finì 3-1. L'argentina divenne per la prima volta Campione del Mondo davanti agli occhi fieri del suo Generale che era riuscito nel suo intento. Anche l'arbitraggio della finale fu contestato. Secondo gli olandesi l'arbitro, l'italiano Gonella, permise ai rivali di mettere la partita sui binari della rissa in un clima che già di suo era incandescente e sorvolò su alcuni episodi di violenza da parte argentina. Terminata la partita gli olandesi lasciarono il campo rifiutando il premio per il secondo posto mentre fu proprio Videla a consegnare la Coppa al capitano Passarella in un atmosfera di straordinario entusiasmo patriottico da parte dell'intero pubblico presente al Monumental..
Videla consegna a Passarella
la Coppa del Mondo.
Argentina Campeon!!

Commenti

Post popolari in questo blog

Il misterioso uomo nero delle Olimpiadi

Il "Fosbury flop"

Zolder 2002: La volata perfetta