Martina Hingis (il primo amore non si scorda mai)

Chi di noi non ha avuto idoli da ragazzo? Personaggi che prendevamo come modelli di stile e che cercavamo di imitare in tutto e per tutto. Nel maggiore dei casi si tratta di attori famosi piuttosto che cantanti o campioni dello sport. Ovviamente anch'io avevo i miei miti e, altrettanto ovviamente, riguardavano lo sport, anzi, da buon ragazzino medio italiano erano calciatori famosi. Cresciuto con il mito di Maradona, ho poi ammirato Roberto Baggio fino ad amare Ronaldo (inteso come il Fenomeno). Eppure, tra tanti big dello sport, ce ne stata una che più di altre ha entusiasmato tanto me quanto milioni di persone stravolgendo di fatto i canoni del suo sport. Questa è Martina Hingis. La svizzera (ma di origini slovacche) da metà degli anni '90 ha cambiato il modo di concepire il tennis femminile, proiettandolo in una nuova era, avvicinandolo in quanto a popolarità, come mai fino ad allora, a quello maschile. Ancorato ad un tennis vecchio dove era ancora fresco il mito della Navratilova, un tennis fisico, quasi mascolino, in cui a primeggiare erano la potenza delle varie Seles, Capriati o Davenport, l'avvento di questo scricciolo elvetico che sopperiva alla differenza fisica con la tecnica e la furbizia nel cambiare schemi di gioco, alternando la precisione da fondo campo all'abilità nei colpi d'anticipo sottorete, cosa all'epoca molto rara, scoperchiò l'ambiente e diede maggiore fascino ed eleganza a tutto il movimento. Martina (classe 1980...come me!) era un talento puro, dal carattere peperino, capricciosa e un po viziata, sempre pungente nelle dichiarazioni sulle colleghe, sembrava quasi si divertisse ad apparire antipatica ma poi, una volta scesa in campo, faceva ricredere tutti ed il pubblico era quasi sempre per lei. Il mondo del tennis la scopre giovanissima, infatti, comincia a raggiungere risultati prestigiosi già a 15 anni, nel marzo del 1997 ancora sedicenne divenne la più giovane tennista di sempre ad essere numero 1 al mondo. Proprio il 1997 è l'anno magico per la Hingis che si aggiudica 12 tornei, ad oggi l'ultima che sia riuscita a vincere più di 10 titoli in uno stesso anno, non solo, ma sfiora il Grande Slam, ovvero, trionfare nei 4 grandi tornei del circuito (Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open) perdendo la sua unica finale di quell'anno a Parigi contro la croata Iva Majoli. Quella sconfitta per molti è figlia di una caduta da cavallo (sua grande passione) avvenuta qualche settimana prima e che le impedì di giocare alcuni tornei di preparazione in vista del Roland Garros tanto da metterne a rischio la presenza stessa. Per la Hingis, quella per i cavalli è una passione pari a quella per il tennis e nel corso della sua carriera l'elvetica ha spesso avuto difficoltà a gestire le due cose non seguendo i dettami del suo staff che non voleva sprecasse energie in attività extra-tennistiche.
Vincerà ancora tanto in carriera ma quel magico '97 non si ripeterà più. Resta a lungo al primo posto nel ranking e non esce mai dalla Top 10 anche quando deve combattere con problemi fisici vari (alle caviglie, sopratutto). Nel 2003, anno di sofferenza fisica, a sorpresa si ritira. Ma Martina non abbandona mai del tutto il mondo del tennis ed in cuor suo sa che, se il fisico tiene, se la può giocare con tutte. Così nel 2006 annuncia il rientro. In 1 anno risale la classifica, vince qualche torneo importante (non Slam però), sale fino al 6° posto ma accusa altre noie fisiche (stavolta a tormentarla sono le anche). A fine 2007 dice nuovamente addio, non prima di aver affrontato l'onta del doping, infatti, viene trovata positiva alla cocaina (!) a Wimbledon. Si professa innocente ma le contranalisi la inchiodano. Dopo il secondo ritiro continua a far parlare di se per le storie d'amore (anche burrascose) con colleghi, resta nell'orbita del tennis ed è spesso presente nelle premiazioni dei vari tornei. Oltre ad essere capricciosa è anche testarda e così, ben consapevole del suo talento, sorprende tutti e nel 2013 fa il suo secondo ritorno alle gare. Martina però non è stupida e decide di rientrare solo nel doppio. Cambia diverse compagne (tra cui la nostra Flavia Pennetta) fino a trovare l'alchimia giusta con l'indiana Murza. Per la seconda volta rivitalizza il Circuito femminile, le partite di doppio prendono visibilità e lei incanta il pubblico. Nel 2015 vince Wimbledon e lo fa a modo suo, dominando sia nel doppio femminile sia in quello misto (col collega Paes, anch'egli indiano). Torna numero 1 al mondo. Vince altri Slam e resta sempre tra le prime in classifica. Ad oggi non ha ancora ufficializzato il suo definitivo (..chissà) ritiro ma non gioca ormai da quasi un anno. E' diventata allenatrice e guiderà la nazionale svizzera femminile nella Fed Cup. In definitiva, la si può considerare come il classico esempio di  genio-ribelle.
La Hingis oggi allena ed è capitano
della Svizzera di Fed Cup
Infine, concedetemi un ricordo personale, perchè in qualche maniera sono idealmente legato a Martina poichè quando lei cominciava a incantare il mondo io provavo a cimentarmi nel tennis (con discutibili risultati..) ed il fatto che quella coetanea riuscisse a stravolgere l'ambiente mi affascinava e al tempo stesso mi faceva appassionare ancora di più a questo bellissimo sport. Non ho un gran ricordo del suo trionfo a Wimbledon nel '97, al contrario, è vivo in me l'incontro che me la fece scoprire, ovvero, la finale del Master del 1996. La Hingis crollò al 5° set, perdendo secco (6-0!), dopo una battaglia incredibile contro la mitica Steffi Graf. Fu lì che m'innamorai di lei (sportivamente parlando, ovvio). La seguì in tutta la sua carriera, accettando amaramente i suoi ritiri e sorridendo ad ogni suo "colpo di testa", da buon fan, non ho dubbi, per me è lei la più grande di tutti e sono sicuro che non abbandonerà mai del tutto il tennis......e neanche i cavalli.
E voi? Chissà se anche voi che state leggendo queste righe avete avuto un idolo (non per forza sportivo) che vi ha emozionato a tal punto da farvi amare ancora di più ciò per il quale primeggiava, come per me è stata Martina Hingis.

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