Un salto (troppo) in lungo

Nel 1987 Roma ha ospitato la seconda edizioni dei Campionati Mondiali di Atletica leggera. La IAAF (la Federazione Internazionale di Atletica) stanca di avere risalto solo ed esclusivamente alle Olimpiade decise, finalmente, di creare un Mondiale tutto suo che si sarebbe svolto anch'esso ogni quattro anni, insomma, creò un evento alternativo in modo da esaltare ancora di più le sue stelle più luminose e, allo stesso tempo valorizzare l'ambiente stesso. Così dopo la prima storica edizione del 1983 ad Helsinki la grande Atletica si diede appuntamento allo stadio Olimpico dal 28 agosto al 6 settembre per il secondo appuntamento Mondiale. Per l'Italia era l'occasione d'oro per mettersi in mostra da un punto di vista organizzativo (nell'ambiente era ancora vivo il ricordo dell'Olimpiade romana del 1960, una delle più scenografiche) e rilanciare un movimento che aveva vissuto momenti magici grazie alle imprese di Pietro Mennea e Sara Simeoni che però ormai si erano ritirati (Mennea, tornerà clamorosamente alle corse l'anno seguente, qualificandosi per l'Olimpiade di Seoul dove fu portabandiera azzurro). Ancora una volta Roma fu teatro di un'evento straordinario con una partecipazione di pubblico imponente, tanto che per tutta la durata dei Mondiali lo stadio fece risultare il tutto esaurito. Da un punto di vista sportivo quell'edizione fu molto interessante, vi parteciparono oltre 1700 atleti provenienti da 157 nazioni impegnati in 43 gare totali, una vera festa dello sport. Tra gli atleti in gara si misero in luce il russo Sergej Bubka che vinse l'oro nel salto con l'asta aprendo di fatto ad un dominio che durò a lungo e la tedesca dell'Est Silka Gladisch che fece l'accoppiata 100-200m. Per i nostri colori, il mattatore fu Francesco Panetta capace di vincere l'argento nei 10.000m e l'oro nei 3000m siepi mentre l'altro oro dei due totali ce lo regalò nella marcia (20km) Maurizio Damilano. Capitolo a parte merita il canadese Ben Johnson, capace di stracciare il record del mondo dei 100m battendo sua maestà Carl Lewis. Così almeno sembrava, visto che l'anno dopo all'Olimpiade proprio dopo aver vinto i 100m (con altro record incorporato) fu trovato positivo all'antidoping ed in seguito ammise di fare un sistematico uso di sostanze proibite e gli furono tolti medaglie e record ottenuti in quegli anni. Ecco, allora che l'oro di quel Mondiale, seppur con qualche anno di ritardo, fu assegnato a Carl Lewis che così divenne anche l'uomo più medagliato di quella edizione visto che vinse sia la staffetta 4x100m, sia il salto in lungo. Ma proprio la gara del salto in lungo fece crollare la credibilità di tutto lo sport italiano, macchiando per sempre quella edizione dei Mondiali.
Il 5 settembre tra le gare in programma c'è quella del lungo con il chiaro favorito Lewis che ogni volta che si presenta in pedana è sospinto dall'incitamento di tutto il pubblico, l'americano sembra gareggi in casa. La gara sta confermando le attese al comando c'è proprio il "Figlio del Vento" che guida con la misura di 8,67m davanti al russo Emmiyan e il connazionale Myricks, ma a lottare per le medaglie c'è pure il nostro Giovanni Evangelisti, al momento quarto con 8,19m. Ad ognuno mancano gli ultimi due salti dei sei totali e gli atleti si susseguono, parallelamente si sta concludendo la gara dei 3000m siepi dove il nostro Panetta sta volando verso l'oro questo per dire che l'Olimpico è in un clima di euforia straordinario e proprio dopo la fine di questa gara il caso vuole che ad andare a saltare tocca proprio a Evangelisti. Lo stadio è una bolgia e chiede al nostro azzurro uno sforzo in più per salire sul podio, così Evangelisti parte, il salto è valido e sembra in linea con quelli suoi precedenti, poi i giudici vanno a misurare e l'Olimpico esplode nuovamente di gioia: 8,38m, terzo posto! La gara prosegue ma tra i primi nessuno migliora la propria misura e così per l'Italia arriva un sorprendente e prestigioso bronzo.Grande entusiasmo, premiazione, insomma tutto molto bello. Il giorno dopo la consueta maratona concluderà il programma Mondiale mandando in archivio questa seconda edizione.
Giovanni Evangelisti in gara
nel salto in lungo ai Mondiali di Roma '87
L'ambiente italiano era soddisfatto per quanto ottenuto, anche in termini di organizzazione, da questo evento, tra l'altro qualche giorno dopo era in programma un importante elezione in seno al  CONI (Commitato Olimpico Nazionale Italiano) e proprio quei Mondiali erano perfetti per promuovere il mondo dell'atletica  e guadagnare voti. Questo discorso potrebbe sembrare fuori luogo ma è da tenere bene in mente perchè avrà una sua importanza nella vicenda. Accade infatti che la regolarità di quella gara di salto in lungo col passare del tempo viene avvolta da un nuvolo di sospetti e misteri. Esattamente due mesi dopo, la tv fa esplodere la bomba. Un servizio del Tg2 rivela come il salto di Giovanni Evangelisti sia stato "taroccato" dai direttori di gara. Grazie ad un nuovo sistema di misurazione televisiva, il Telebeam, già usato nel calcio (una specie di super-moviola) dimostra inequivocabilmente che quel salto è almeno mezzo metro più corto!. Non solo, ma salta fuori un video dove si vede che un membro della giuria, approfittando dell'entusiasmo del momento causato dalla vittoria di Panetta, mette qualcosa nella sabbia (ovvero il prisma ottico che serve per la misurazione) e subito dopo il salto proprio da quel punto andrà a rilevare la misura finale.Ovviamente lo scandalo fa il giro del Mondo e la credibilità dello sport italiano (..e non solo) vacilla paurosamente. Si aprono le inchieste e la cosa che emerge, se possibile ancora più sconvolgente, è che la manfrina messa in scena non è stata orchestrata dal clan di Evangelisti, infatti, contrariamente a quanto si possa pensare l'atleta risulta completamente ignaro alla vicenda ed una volta uscita fuori la verità lo stesso Evangelisti ha subito riconsegnato il bronzo al giusto proprietario, infatti la federazione internazionale ridisegnerà la classifica declassando il nostro atleta al quarto posto a favore dell'americano Myricks. In sostanza quella vergogna avvenne per cercare di mettere quanto più in luce possibile l'atletica italiana e far prendere più consensi possibili alla sua federazione in modo da risplendere davanti agli occhi del Coni (vedi il discorso di cui sopra). L'inchiesta porterà alle dimissioni del Presidente della Federatletica (Barra), del c.t. Rossi e l'allontanamento di due giudici. Ad essere condannato più di tutti però, fu lo sport italiano che in quell'occasione perse la faccia ancor prima dell'onore. Una pagina nera del nostro sport figlia di una tipica storia all'italiana!

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