Il week end più tragico

Provate a chiedere a un qualunque tifoso di Formula 1, che abbia almeno 30 anni, dov'era e cosa ha fatto il 1° maggio 1994. Dapprima vi sembrerà che i suoi occhi vengano attraversati, per un attimo, da una specie di ombra nera poi il volto si farà estremamente serio, infine vi stupirete nell'ascoltare la minuziosità nei dettagli della risposta data. E' tutto normale perchè quel giorno, così triste, ha segnato per sempre la storia di questo sport ed è scolpito nella memoria di ogni sportivo che l'ha vissuto. Quel maledetto 1° maggio a Imola, durante il Gran Premio di San Marino, a causa di un incidente veniva a mancare uno dei più grandi piloti di sempre, forse il più grande. Quel giorno morì Ayrton Senna. Probabilmente anche chi non segue la F1 avrà sentito parlare di Senna e quasi sicuramente conosce la tragedia che lo colpì quel lontano 1994 questo perchè il povero Ayrton oltre ad essere una stella di quel mondo era anche un personaggio assai noto anche fuori dai canoni sportivi. Su di lui si sono scritti libri, si sono girati film e documentari, insomma si è detto di tutto. Quell'incidente poi è stato letteralmente vivisezionato. Per questo motivo il racconto di oggi non si soffermerà su Senna e sulle sue straordinarie vittorie, per questo ci sarà occasione più avanti del resto sul brasiliano gli aneddoti non mancano, ma si vuole ricordare quello che è passato alla storia come il week end più nero della storia della Formula 1 (..e dello sport in generale). Perchè, purtroppo, quella di Senna non fu l'unica morte di quel fine settimana dove successe davvero di tutto in una esclation di avvenimenti negativi che sembravano seguire un orribile trama disegnata da chissà quale forza soprannaturale. Ed allora riavvolgiamo il nastro e torniamo al 1994. La Formula 1 si appresta a vivere un anno pieno di novità. Innanzitutto il Campione uscente Alain Prost, a sorpresa, si ritira cosa che sembra lasciare via libera al suo grande rivale Senna che tra l'altro cambia vettura passando dalla McLaren alla più veloce Williams che, appunto, era di Prost. Pensate che nella stagione precedente le Wiliams avevano vinto 10 dei 16 Gran Premi in programma ed i restanti 6 se li era aggiudicati proprio Senna. Inutile dire che il connubio Senna-Williams fa paura. Allora la Federazione per contrastare questo strapotere apporta alcune modifiche tecniche sulle vetture, andando a toccare i punti in cui la scuderia inglese è palesemente superiore. Tra le novità quella più eclatante è l'eliminazione delle sospensioni attive (che danno più controllo del mezzo al pilota). Tutto questo viene giustificato come necessario per garantire una maggiore sicurezza. Il problema che proprio i piloti non sono convinti di questi cambiamenti, anzi, pensano possano aumentare i fattori di rischio. Ma ciò che conta è lo spettacolo con buona pace dei piloti. Che sia una stagione maledetta lo si capisce subito. Nei test invernali si verifica subito un grave incidente al promettente finlandese J.J.Letho che con la Benetton si schianta su un muro a Silverstone e riporta diversi danni alle vertebre che lo terranno fuori per diversi mesi facendoli saltare l'inizio di stagione (rientrerà proprio a Imola). Stessa sorte tocca al ferrarista Jean Alesi che in un test al Mugello va a sbattere e anche lui riporta danni alla schiena che lo costringono a saltare due GP (a Imola verrà sostituito da Larini). Le prime due gare si svolgono senza problemi e a sorpresa vengono vinti dall'emergente Michael Schumacher su Benetton. Per Senna solo sfortuna: Pole position in entrambe le corse ma poi non riesce a completare le gare per incidenti. E così si arriva a Imola. E' Venerdì 29 aprile, le prove libere aprono ufficialmente la tre giorni dedicata al Gran Premio di San Marino, terza prova del Mondiale. La giornata è bella, solo un pò ventosa e nonostante siamo solo a venerdì c'è un gran pubblico. Alle 13 inizia la sessione pomeridiana di prove. Un quarto d'ora dopo il giovane brasiliano Rubens Barrichello con la sua Jordan si lancia in un giro veloce, sta andando a tutta, si avvicina alla curva della "Variante Bassa" ma entra troppo veloce, la sospensione posteriore sinistra cede e fa allargare la traiettoria, Barrichello prova a correggerla ma la Jordan sbanda ancora più a destra e va a montare sul cordolo esterno che, essendo leggermente rialzato, fa un effetto trampolino e l'auto decolla andandosi a schiantare a mezza altezza contro le protezioni di gomma che fungono da cuscinetto al muro. Uno schianto terribile. Bandiere rosse, prove interrotte. I soccorsi e i commissari intervengono immediatamente. A dire la verità la procedura non è delle migliori visto che l'auto è coricata su un fianco, semidistrutta, e la rimettono in posizione con ancora dentro il pilota facendogli così prendere un'altra rinsaccata. Il brasiliano è privo di conoscenza. Si teme il peggio. Entra l'ambulanza che carica il pilota e lo porta all'Ospedale. Barrichello se la caverà con una costola incrinata, il naso rotto, tagli sulla bocca e in viso e una braccio fasciato. Dell'incidente non ricorda nulla.
Il terribile schianto di Barrichello
per fortuna senza gravi conseguenze
Il suo GP, ovviamente, finisce lì. L'indomani, sabato 30 aprile, è il giorno delle qualifiche. Al mattino altre prove libere poi dalle 14 si fa sul serio. Col forfait di Barrichello restano 27 vetture per 26 posti disponibili in griglia. A rischiare di restare fuori sono i piloti delle vetture debuttanti, ovvero i due della Pacific (Gachot e Belmondo) e i due della Simtek (Brabham e Ratzenberger). Nei primi minuti Senna fa segnare subito un gran tempo e rientra ai box, intanto, la classifica si sta delineando, ma siamo ancora all'inizio. Alle 14,17 le telecamere della tv stanno seguendo il giro di Damon Hill con l'altra Williams che però al momento non sembra impensierire il tempo del compagno. A un certo punto l'inquadratura cambia, si intravede un'auto a forte velocità che va diritto alla curva "Villeneuve", il botto s'intuisce solamente, poi rientra nell'inquadratura. L'immagine è tremenda. Si tratta della Simtek di Ratzenberger, anzi ciò che ne rimane. Il pilota austriaco è dentro l'abitacolo ma la gravità della situazione è evidente, infatti, il casco bianco e rosso del povero Roland è completamente abbandonato a sè stesso, ciondola da un lato all'altro in base al movimento della macchina poi, quando l'auto finalmente si ferma, s'inclina a sinistra e resta immobile. La tragedia è nell'aria. Altre bandiere rosse, qualifiche interrotte e ambulanza in pista. Cala il silenzio, ci si aggrappa a qualche piccola speranza, si prega. La tv manda il replay. In realtà lo schianto non si vede perchè la Simtek sbatte in un punto non coperto dalle telecamere. Altri replay. In uno si scorge l'auto di Ratzenberger lanciata nel rettilineo prima della fatale curva poi, poco prima che si passi all'inquadratura successiva, si vede un pezzo meccanico volare via quindi il solito tragico finale della macchina distrutta. In sostanza Ratzenberger lanciato a oltre 300km/h vede un pezzo di alettone anteriore staccarsi dall'auto (probabilmente per un urto precedente) e volare via, a quel punto l'auto perde aerodinamica, l'austriaco prova a sterzare ma ormai il mezzo è ingovernabile e lo schianto con il muro di fronte inevitabile. Le immagini che vanno in tv sono le stesse che vedono i piloti nei monitor dei box. A guardare quelle immagini c'è anche Senna che forse ha già capito. Poi dopo l'ennesimo replay viene inquadrata la zona del disastro. L'immagine è tanto brutta quanto cruda. Si vede un medico che compie dei movimenti inequivocabili, ovvero, sta tentando un disperato massaggio cardiaco.
Roland Ratzenberger inerme subito dopo l'incidente
mortale dentro la sua Simtek - Ford
E' la fine. Roland Ratzenberger a quel punto è già morto ma si cerca di rianimarlo in tutti i modi per evitare di dichiararne la morte sul posto questo, infatti, comporterebbe la sospensione del Gran Premo con il sequestro probatorio della pista e il conseguente annullamento della prova. Il pilota viene trasportato con l'elicottero all'Ospedale di Bologna dove, 7 minuti dopo il suo arrivo, viene dichiarato morto. Però lo spettacolo è salvo. The show must go on!. Lo sgomento è tanto, ci si interroga sul perchè non fermarsi, i piloti stessi sono sotto choc e si chiudono in un composto silenzio stampa. La Simtek dichiara di ritirarsi dal Gp, poi però il padre-padrone della F1, Bernie Ecclestone, convince meccanici e staff ad andare avanti. Il povero Ratzenberger era riuscito a qualificarsi, sia pure con l'ultimo tempo disponibile e non verrà sostituito, il suo posto in griglia resterà vuoto. Tra i piloti più colpiti dallo choc della morte del collega ci sono il ferrarista Berger, austriaco come Roland, e proprio Senna. Si vocifera che stanno valutando di non correre. E così si arriva a domenica 1 maggio. In un clima irreale si decide di correre. Alle 14,00 sono tutti pronti per la partenza con Senna in pole ma visibilmente preoccupato. Il brasiliano negli attimi prima della partenza ha un comportamento inconsueto per lui. E' seduto nel suo abitacolo ma non indossa il casco (cosa mai fatta prima) che invece è poggiato sul muso della vettura, ha lo sguardo pensieroso e il capo chino all'indietro quasi in meditazione. All'interno della vettura ha voluto portare con sè una piccola bandiera austriaca da sventolare in caso di eventuale vittoria. Parte il consueto giro di allineamento, quindi ci si ferma al semaforo. Si parte!. Senna parte bene e mantiene la posizione alla prima curva, ma è nelle retrovie il problema. La Benetton di Letho per problemi al cambio non si muove e resta nel suo stallo, le vetture dietro la schivano per un pelo, tutte tranne la Lotus del portoghese Lamy che lo vede all'ultimo e lo prende in pieno. Altro botto incredibile. Volano pezzi di entrambe le vetture da tutte le parti, una delle gomme della Lotus supera addirittura la rete di protezione e piomba in tribuna in mezzo al pubblico. Tre spettatori ed un agente di polizia subiscono traumi importanti e verrano portati in Ospedale, uno di loro resterà persino in coma per circa un mese ma alla fine se la caverà. Altre cinque persone vengono ferite ma in maniera più lieve e verranno soccorsi all'interno del circuito. Ma non ci si ferma, figurarsi!. Entra la Safety Car, giusto per dare il tempo agli inservienti di ripulire la pista, il tutto per cinque giri, poi si riparte a folla velocità. Senna incalzato da Schumacher compie un primo giro a tutta (risulterà essere il terzo miglior tempo della giornata) e si avvia ancora più lanciato verso un nuovo giro.
L'incidente mortale di Ayrton Senna
Sopraggiunge alla curva del "Tamburello" ad oltre 310km/h ma non corregge minimamente la traiettoria, si limita a frenare bruscamente e va dritto contro il muretto che delimita la pista (l'impatto avverrà a circa 210km/h). L'urto è violentissimo, l'auto compie una serie di giravolte e si ferma un centinaio di metri più avanti. Ancora, assurdo!. Solite bandiere rosse e gara sospesa. Subito dopo l'impatto si nota il casco giallo di Senna fare un impercettibile movimento ma si tratta di uno spasmo, il pilota è immobile. I soccorsi sono immediati. La situazione è drammatica ed anche stavolta le speranze appaiono subito ridotte al lumicino. A confermare la criticità del momento arriva l'elicottero pronto ad un'altra corsa verso l'Ospedale. Intanto le vetture sono tutte ferme e allineate in griglia. Tutte tranne la Lacrosse di Erik Comas che è all'interno dei box perchè i meccanici stanno cercando di riparare il musetto danneggiato nella prima partenza. Il francese è ignaro di tutto poi qualche incosciente gli da il via per rientrare in pista e riallinearsi. Comas spinge a tutta fino a quando arriva al "Tamburello" dove ci sono tutti i soccorritori e l'elicottero in pista, riesce a frenare in tempo ed evitare un'altra frittata, poi si ferma, vede qual'è la situazione, capisce tutto. Riparte ma non si allinea con i colleghi e torna ai box. Non se la sente di proseguire, spontaneamente e in lacrime si ritira. Le immagini sono chiare, Senna tirato fuori dall'abitacolo ed adagiato sul prato è immobile e quando lo caricano sull'elicottero si nota che in quel punto ha lasciato una pozza di sangue. Ora anche il pubblico ha compreso. Ma neanche l'incidente del pilota più rappresentativo ferma la gara. Si riparte! Ma ormai l'aspetto sportivo non ha più senso. Per la cronaca, la testa della corsa la prende la Ferrari di Berger che però pochi giri dopo viene bloccato da un guasto meccanico, così al comando si ritrova Schumacher che controllerà la corsa fino alla fine, mentre dietro un ottimo Larini con l'altra Ferrari riesce a prendersi il secondo posto davanti alla McLaren di Hakkinen. Per Larini sarà il primo ed unico podio in carriera. Ma la maledizione non è ancora finita. A 10 giri dalla fine Alboreto con la Minardi è costretto ai box per un cambio gomme. All'epoca all'interno dei box non c'è un limite di velocità, quindi si può sfrecciare anche a 200km/h tra i meccanici. Sembra un normale Pit-Stop. Alboreto riparte, ingrana la seconda e quando è a 150km/h la gomma posteriore destra, avvitata male, si sgancia e comincia a balzare in aria. Falcia tre meccanici della Ferrari, uno della Lotus e uno della Benetton. Alboreto con grande abilità riesce a controllare la vettura rimasta con 3 ruote ed evita una strage per un soffio, intanto, il pneumatico passa sopra la testa del pilota italiano e si dirige verso la pista dove sta per sopraggiungere Damon Hill che per poco non centra in pieno la gomma. I box vengono invasi da medici e ambulanze, ormai è il delirio. Altri viaggi verso gli Ospedali vicini con traumi e fratture varie per i poveri meccanici. Ma nessuno ferma la gara che prosegue imperterrita nonostante tutto. C'è persino una premiazione che però è inverosimile. Basta vedere le facce dei piloti che se non altro hanno il buon senso di non stappare lo champagne.
Il triste podio del GP di San Marino '94
Circa tre ore dopo l'impatto arriva la conferma, Ayrton Senna è morto. Il mondo è sotto choc. A tradirlo è stato il piantone dello sterzo che proprio lui volle far modificare, la saldatura evidentemente malfatta ha ceduto e il brasiliano si è ritrovato in balia della macchina. Ma non è stato l'urto a ferire il pilota, bensì una molla della sospensione che gli ha perforato la visiera andando a conficcarsi sopra l'occhio destro. Nel modo più tremendo e tragico finiva la vita di Senna e, più in generale, con quel devastante week end finiva un certo tipo di Formula 1. Solo allora cambiarono le regole. Meglio tardi che mai. I fatti di quei tre giorni sconvolsero tutti ma oltre a quanto raccontato c'è dell'altro. Infatti, in seguito uscirono fuori storie ed aneddoti che hanno dell'inquietante. Ad esempio in un filmato girato ai box il giorno delle qualifiche si vede il povero Ratzenberger a colloquio con un suo meccanico. Il pilota, visibilmente preoccupato, dice che deve cercare di "riprendere il controllo di se stesso" perchè, spiega, che a volte sente di portare la macchina oltre il suo limite. Non solo, ma qualche giorno dopo la morte di Senna la sorella racconta che quella domenica mattina si era sentita telefonicamente con Ayrton il quale le aveva detto che aveva il dubbio se correre o no e che aveva chiesto consiglio a Dio, così aprendo la Bibbia, il primo versetto che lesse fu che Dio quel giorno gli avrebbe fatto il regalo più grande, ovvero, Dio stesso. Questo non deve stupire perchè era noto che Senna fosse persona assai religiosa e non nascondeva il fatto che, a volte, "parlava" con Dio. Infine, ironia della sorte, nel muro che c'è proprio alla curva del "tamburello" era disegnata una gigantografia che promuoveva una raccolta di figurine legata alla Formula 1 con i più grandi piloti del presente e del passato, la scritta riprendeva il titolo di tale raccolta, ovvero, "I Pilotissimi". Fu proprio lì che si schiantò Senna. Ogni lettore può tirare le sue conclusioni. Sicuramente ci sarà chi legherà tutto a qualche potenza Divina, chi catalogherà i fatti sotto la voce Destino, chi, invece, dirà che quelle sono solo sfortunate coincidenze. Su una cosa però credo siamo tutti d'accordo, di motivi per non correre in quei giorni ce n'erano molti ma nessuno decise di fermare quella strana giostra della morte e di questo, forse, siamo un po tutti responsabili...

Addio Ayrton

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