L'Inferno del Nord

Il ciclismo è sport strano, ci sono corse che hanno radici da ricercare troppo in là nel tempo, in alcuni casi bisogna andare indietro di oltre un secolo, quando le strade erano mulattiere e l'asfalto ancora lontano dall'esserci. Eppure a distanza di tempo e nonostante i miglioramenti della tecnologia sia dei mezzi che del rifacimento stradale, i percorsi di alcune di quelle corse, sono rimasti praticamente immutati. Parliamo di gare che giustamente vengono definite "Classiche" e che impreziosiscono il panorama ciclistico internazionale. Tra le tante in programma in giro per il mondo ce ne sono cinque che vengono etichettate col nome di "Classiche Monumento" questo perchè, oltre ad essere tra le più difficili, hanno un fascino particolare per via del fatto che davvero sembrano sfidare il tempo dando l'impressione che i ciclisti corrano in un'altra epoca. Basta leggere le date delle prime edizioni per renderci conto di cosa vogliano dire. Ad esempio, la più antica è la Liegi-Bastogne-Liegi corsa la prima volta nel lontano 1892 mentre la più "giovane" è il Giro delle Fiandre nata nel 1913. A completare la cinquina ci sono la Milano-Sanremo, il Giro di Lombardia e la Parigi-Roubaix. Ognuna di esse ha una sua storia ed ognuna ha un fascino tutto suo, diverso dalle altre. Gli appassionati di Ciclismo diranno che è difficile dire quale sia la migliore e del resto ognuna sembra prevalere in fattori diversi (bellezza, difficoltà, fascino ecc..). Però ce ne una che più delle altre sembra mettere d'accordo sia chi la guarda sia chi la corre. Questa è proprio la Parigi-Roubaix. Tanto che viene indicata come "La Regina delle Classiche" anche se questo non è l'unico soprannome, infatti, viene anche detta la "Corsa di Pasqua" (si corre quasi sempre in quel periodo) ma anche con un più suggestivo (ed emblematico) "Inferno del Nord". La corsa si svolge nel Nord della Francia, arrivando al confine col Belgio, come si evince dal nome la partenza è posta nella capitale francese, poi dopo una cavalcata di oltre 200km, si arriva a Roubaix nella regione dell'Alta Francia proprio a due passi dal Belgio. Ma perchè proprio Roubaix? Già perchè questo paesino francese, per la verità anche abbastanza anonimo, fu scelto in quanto all'epoca dei fatti (1896!) fu costruito un velodromo che divenne ben presto uno dei più importanti del Paese. Così i costruttori di tale velodromo riuscirono in qualche modo a convincere gli organizzatori delle corse di quel tempo di creare una nuova gara il cui arrivo fosse posto all'interno del velodromo stesso in modo da poterlo valorizzare di più raccogliendo non solo i tifosi delle corse su pista ma anche quelli delle più classiche corse in linea. Ancora oggi la corsa si conclude nella pista, praticamente la stessa di 120 anni fa!. Inutile dire che il fascino che emana quel velodromo è incalcolabile tanto da essere considerato come un monumento storico e punto turistico principale della città. Ma la Parigi-Roubaix non è solo questo. Anzi, non è nemmeno la cosa principale per cui è riconosciuta, infatti, quando si cita questa Classica il primo pensiero semmai è per un altro elemento distintivo che la valorizza: il pavè! Caratteristica principale della "Roubaix" infatti è proprio questo tipo di pavimentazione, assolutamente inadatto alle bici da corsa, che rende questa corsa ancora più dura e impegnativa. Immaginate come sia difficile correre su questi ciottoli (o sampietrini se preferite) con bici da tubolari leggeri e ruote finissime oltre a l'intuibile scomodità delle ripetute vibrazioni che comporta il passarci sopra. Un vero calvario per i corridori.
Uno dei tratti in pave'
Eppure proprio loro hanno una sorta di odio-amore verso questa corsa, perchè correrla è tanto sfiancante quanto affascinante e anche solo parteciparvi è comunque un qualcosa che onora e valorizza la propria carriera. Pensate riuscirla a vincere. Ma questa è gioia esclusiva di pochi, ristretti a un ben preciso tipo di categoria: quella dei Campioni. Il percorso che nel tempo è cambiato ma non di tanto, prevede 27 settori di pavè per un totale di quasi 60 km! Se alla difficoltà del pavè aggiungete che spesso anche il tempo non è clemente, infatti, da quelle parti la pioggia è abbastanza frequente, si può facilmente intuire il perchè viene soprannominata "Inferno del Nord". In passato si è assistito a corse incredibili con corridori che arrivavano al traguardo con in volto una vera  e propria maschera di fango e non è raro che molti, anche tra i più forti, non riescano a concludere la gara perchè stravolti dalla fatica. Ogni metro di questa corsa emana un fascino pazzesco, si passa attraverso boschi, campagne, si attraversano passaggi a livello (qualche volta è capitato anche che i corridori abbiano dovuto aspettare il passaggio del treno..), insomma la "Roubaix" è davvero un qualcosa di unico. Tra i tratti di pavè ci sono anche dei veri e propri simboli che per gli appassionati sono diventate delle mete turistiche. Impossibile non citare la mitica "Foresta di Arenberg", forse il simbolo per eccellenza della corsa, dove  bisogna attraversare questo bosco, lungo circa 2,5 Km, su un pavè in cattivo stato e in leggera salita.
...uno dei motivi per cui la Parigi-Roubaix
viene soprannominata l'Inferno del Nord
E' uno dei passaggi più difficili della corsa, viene segnalato con una difficoltà di 5 stelle, il massimo (ogni settore di pavè ha un grado di difficoltà, da 1 a 5). Di sicuro è il settore più suggestivo anche se negli ultimi tempi non è stato così determinante come in passato. Negli ultimi anni, c'è un altro tratto di pavè che spesso determina la gara, un altro tratto storico, ovvero, il "Carrefour de l'Arbre". Anche questo con difficoltà massima (5 stelle), appena più corto di Arenberg, "solo" 2,1 Km. Ma essendo uno degli ultimi e con sulle gambe 200km percorsi questo lo rende decisivo. Spesso chi si trova in testa dopo questo settore si ritrova a trionfare dentro il velodromo. I tifosi di tutto il mondo aspettano la Roubaix con trepidazione, e si recano sul posto già 3/4 giorni prima. Tutto per vedere uno spettacolo unico ma se vogliamo sempre lo stesso. Come fare un pellegrinaggio o come andare a visitare una chiesa...o come andare a vedere un monumento!

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