Italia-Brasile '82, una vittoria Mundial

Barcelona, stadio Sarrià, 5 luglio 1982. Ore "cinco y un cuarto de las tardes" come dicono in Spagna (le cinque un quarto del pomeriggio). Per noi è un orario come un altro, non ci dice nulla, in Spagna però conta. E tanto. Perchè ogni Paese ha le sue tradizioni che a volte possono anche non essere comprese o non piacere ma che rappresentano la cultura di quel popolo e come tali devono essere rispettate. Ad esempio in Inghilterra alle cinque, lo sanno tutti, è l'ora del the. In Spagna alle 17:15, da sempre, è l'ora della Corrida!...
I calciatori che scendono in campo quel giorno, a quell'ora, in quello stadio sono i rappresentanti delle Nazionali di Italia e Brasile e non possono certo sapere che di lì a due ore entreranno di diritto nella storia di questo sport. Fa caldo quel giorno a Barcelona, la temperatura è ben sopra i 30°C, anche in Italia la calura si fa sentire del resto siamo in un'epoca in cui le stagioni seguono ancora il loro corso, l'estate è appena entrata ma si preannuncia caldissima. Quel giorno sembra esserci qualcosa nell'aria che sembra aumentare la temperatura percepita, una strana ansia turba gli italiani, già alle 16 le spiagge cominciano a svuotarsi, in strada non c'è nessuno, molte aziende e i supermercati hanno la licenza di poter chiudere prima, cose che accadono spesso durante le gare dei Mondiali, è logico giocano gli azzurri. Ma non solo. Perchè quel giorno, oltre a tifare Italia, c'è da ammirare il Brasile!. I "verdeoro", grandi favoriti per il titolo, stanno incantando il mondo. Finora hanno sempre vinto, segnando la media di  tre gol a partita, sono pieni zeppi di campioni i quali ad ogni marcatura festeggiano ballando, questo unito alla spettacolarità del loro gioco fa coniare il termine di "futebol bailado". Impressionante!......e l'Italia? Beh, il cammino degli azzurri fin lì è parecchio diverso. La qualificazione alla seconda fase è stata soffertissima, con tre pareggi, andando avanti solo per aver segnato un golleto più del Camerun!. Bearzot, il nostro CT già molto criticato alla vigilia, è messo alla gogna ed anche i calciatori sono sotto accusa. Anzi, la situazione degenera quando oltre alle critiche si passa agli insulti. Qualche giornalista và giù duro, ironizzando sull'amicizia definita "troppo intima" tra Paolo Rossi (per i tifosi "Pablito") e Cabrini (.."il bell'Antonio"). A quel punto gli azzurri non ci stanno, si riuniscono fra loro e comunicano al loro CT che hanno deciso di non parlare più con i media. Bearzot, persona di grande sensibilità e considerato come un secondo padre dai suoi ragazzi, accetta la decisione con una piccola variante. Così nasce il primo "silenzio stampa" della storia!. L'unico a poter parlare è il capitano: Dino Zoff che però non è mai stato di tante parole!. In un clima di grande tensione bisogna affrontare la seconda fase che prevede un gironcino a tre squadre. Gli azzurri qualificati come secondi beccano un girone impossibile: con noi ci sono l'Argentina campione del Mondo in carica e, appunto, il Brasile. Insomma, siamo spacciati!! Accade però che nella prima partita contro l'Argentina a sorpresa vinciamo noi (2-1)!. La prestigiosa vittoria serve appena a placare le critiche che comunque non finiscono, anzi, sembra quasi che quella ottenuta sia stata solo una  parentesi fortunata. Solo i tifosi più ottimisti credono nella qualificazione alla semifinale che comunque appare quasi impossibile visto che anche il Brasile batte l'Argentina, in maniera più netta della nostra, 3-1!. Avendo fatto un gol più di noi al Brasile, per andare avanti, basta persino il pareggio. Tra gli addetti ai lavori non ce n'è uno che creda nell'Italia. E così arriviamo a quel 5 luglio. Agli ordini dell'arbitro israeliano Klein inizia il match. Sin dalle prime battute si ha la netta impressione che i nostri non siano gli stessi delle uscite precedenti, sembrano più determinati, decisi, quasi cattivi, praticamente l'opposto di quelli visti fin lì. Al 5° minuto Conti si fa largo sulla destra, salta un uomo e poi taglia il campo cambiando il gioco e dando a Cabrini sulla sinistra, il nostro terzino sale sulla trequarti, guarda in mezzo e crossa. Il pallone piomba in area di rigore. Dall'inquadratura tv si vede il portiere brasiliano che accenna l'uscita per poi rientrare in porta, un difensore che si fa scavalcare dalla parabola del pallone e poi all'improvviso una maglia azzurra sbucare da dietro e di testa battere verso la porta:..gol!!
Rossi!!..1-0
Incredibile, Italia in vantaggio. L'esultanza di ogni tifoso non è immediata, passa qualche attimo prima che esploda quasi a metabolizzare ciò che è successo. La maglia azzurra, sbucata da chissà dove, ha il numero 20 ed è quella di Paolo Rossi!!. Proprio lui. Uno dei più criticati. Una volta assimilato il vantaggio il pensiero di tutti gli italiani è: adesso come facciamo a resistere alla furia dei brasiliani!?. Dai primi piani sui nostri avversari si percepisce la calma dei campioni, di chi è sicuro che quello è stato un incidente di percorso e che loro possono ribaltare tutto in qualsiasi momento. Effettivamente i brasiliani si mettono subito a macinare gioco anche con giocate di alta scuola, così passano meno di 10' e Zico (stella tra le stelle di quel Brasile) con uno straordinario assist trova Socrates in area di rigore, leggermente defilato sul lato destro fa qualche passo e poi calcia sul primo palo, Zoff che probabilmente si aspettava il tiro sul lato opposto ha un'incertezza e si fa sorprendere: 1-1. Ecco, come volevasi dimostrare! Solito festeggiamento con annesso passo di samba, solita festa sugli spalti, insomma, solito "delirio brasileiro". Si riparte. I compiaciuti brasiliani non si fermano e continuano a giocare come sanno alla ricerca del vantaggio. Se non fosse del tutto chiaro stiamo parlando di una delle più forti nazionali brasiliane di tutti i tempi. In campo gente del calibro di Falcao, Junior, i già citati Zico e Socrates, ma anche Eder e Cerezo tenori di un'orchestra fantastica. Eppure anche i brasiliani, bontà loro, hanno un punto debole: l'attaccante! Serginho. Un giocatore comune in mezzo a fenomeni. Proprio il volenteroso Serginho ha sui piedi un paio di grandi occasioni che spreca malamente, in una di queste anticipa al tiro il più quotato Zico che non la prende bene e si dispera con il compagno. Và detto che i nostri non stanno a guardare e quando possono provano a rispondere agli avversari. I brasiliani, noti per specchiarsi nella loro classe, esagerano con i fraseggi e così al 25° in uno di questi momenti Junior passa centralmente a un compagno, ancora una volta sbuca dal nulla la maglia numero 20 azzurra che anticipa l'avversario e s'invola verso la porta. Più Rossi si avvicina al portiere più tutta l'Italia calcistica gli grida "tira, tira". Finalmente Pablito calcia e batte per la seconda volta Valdir Peres, 2-1. Gioia incredibile ma ancora mista a timore per la probabile reazione verdeoro. Stavolta ai brasiliani viene qualche dubbio: forse questa Italia non è così scarsa come dicono?. Così, colpiti nell'orgoglio, rispondono come sempre, ovvero, macinando gioco e creando situazioni pericolose nell'area italiana. Ma gli azzurri rispondono eroicamente, sul finale di tempo salgono alla ribalta, tra gli altri, Gentile che marca strettissimo Zico riuscendolo a fermare con le buone e (a volte) con le cattive, Scirea che sembra un condottiero d'altri tempi e Zoff che oltre a parare dirige la difesa da grande capitano quale è. Che ci si creda o no all'intervallo l'Italia è ancora in vantaggio ma nonostante questo quasi non ci si rende conto che questo risultato vorrebbe dire qualificazione perchè tutti  sanno bene che ci sono ancora altri 45 interminabili minuti.
Il secondo tempo comincia com'era finito il primo: il Brasile attacca e l'Italia si difende. La partita è bella, le emozioni non mancano, i minuti (almeno per noi) sembrano passare lentamente. Poi al 23' la palla arriva a Falcao che, al limite dell'area, con una finta di corpo disorienta un paio dei nostri e liberatosi tira in porta. Sulla traiettoria c'è Bergomi che sfiora il pallone, è un tocco impercettibile ma tanto basta per mettere in difficoltà Zoff che si allunga ma non ci arriva.
Falcao esulta, è 2-2
Gol!. Stavolta ad esplodere di gioia sono i tifosi brasiliani mentre Falcao salta come un grillo (stavolta niente samba) con i compagni che provano ad abbracciarlo. Il pareggio ri-sposta la qualificazione verso il Brasile, il nostro sogno sembra svanire. A questo punto bisogna fare un piccolo passo indietro, raccontando un aneddoto avvenuto poco prima dell'inizio del match. Proprio Falcao che all'epoca giocava nella Roma e conosce bene il nostro calcio prima di entrare in campo si rivolge ai compagni dicendo: "Gli italiani sono molto più bravi a difendere che ad attaccare, ma per qualificarsi oggi devono vincere, quindi....." - "Noi non ci difendiamo! Perchè noi siamo il Brasile!!!" Con queste parole, pare, Socrates lo interruppe trovando il consenso dell'intero spogliatoio. L'episodio serve a capire qual'era la mentalità di quel Brasile. Consapevoli della loro forza i verdeoro non volevano semplicemente vincere. No, loro volevano stra-vincere. Infatti, sul 2-2, è ancora il Brasile a fare la partita continuando ad attaccare. La partita resta bellissima, poi a un quarto d'ora dal termine l'Italia sugli sviluppi di un contropiede guadagna il suo primo (..e unico) calcio d'angolo. Dalla bandierina va Conti che mette in mezzo, Leandro di testa allontana, il pallone arriva a Tardelli che dal limite prova la conclusione. Ne esce un tiro sporco che passa tra un nuvolo di giocatori, Valdir Peres sembra pronto alla parata quando sulla traiettoria subentra Rossi (sempre lui!) che corregge il tiro e beffa tutti.....
Ancora Rossi..e sono 3!!
Come un esplosione, solo così si può descrivere la reazione di tutto un Paese, l'Italia, che sta seguendo incredula la partita. Siamo ancora avanti, 3-2, è il merito è ancora di quel numero 20 ormai un incubo per i brasiliani. Stavolta, nei loro sguardi traspare paura, sembra che si rendano conto solo adesso che a pochi minuti dalla fine stanno uscendo dal Mondiale. La reazione è quella prevista: attacco a testa bassa senza più schemi e men che meno leziosità, solo rabbia. I nostri, chissà come, mantengono la calma. Difendono con ordine e ripartono. A 3' dalla fine proprio da un contropiede viene fuori un occasionissima: Conti vola sulla destra, mette in mezzo, Rossi disturbato da un difensore non colpisce bene, la palla finisce ad Antognoni che da due passi mette dentro!! Gol...anzi no! L'arbitro ha fischiato. Fuorigioco. La tv manda il replay: ma non era fuorigioco!!. Imprecazioni, rabbia, incredulità queste le emozioni di ogni italiano che capisce che c'è ancora da soffrire. Perchè!? Perchè c'è stato annullato un gol tanto regolare? Quale orribile disegno sta tramando il fato??. Si arriva al 90°. Paulo Isidoro si fa largo sulla sinistra e crossa in area, nel mucchio di persone svetta Oscar che indirizza la palla nell'angolino alla sinistra di Zoff il quale, posizionato sulla linea, prontamente si tuffa. Il tiro è angolato ma Zoff ci arriva, nel ricadere però la palla per un attimo gli sfugge. Siamo sulla riga di porta, in quei centimetri si decide tutto e, si sa, nel calcio pochi centimetri possono distruggere un sogno oppure.....mandarti in paradiso. Zoff con un colpo di reni trattiene la palla e blocca. No, non è entrata. Tiriamo un sospiro di sollievo. Il nostro capitano si rialza e sul suo rilancio arriva il fischio finale più benedetto della storia del nostro calcio. E' finita!. L'Italia è in semifinale, il Brasile a casa, incredibile!.
Da noi è il delirio. La gente, spontaneamente, si riversa in strada aprendo una festa che durerà fino a tarda notte, è netta l'impressione di aver assistito a qualcosa di storico. Intanto sugli spalti del Sarrià la gioia dei tifosi azzurri fa da contraltare alle lacrime di disperazione della "torcida" brasiliana mentre in campo si festeggia, il nostro CT lascia la panchina e va ad abbracciare, uno a uno, i suoi ragazzi. L'ultimo lo riserva per il suo pupillo, Pablito. La scena è tenerissima, i due si stringono in un sincero e profondo abbraccio, poi all'improvviso Rossi si stacca dal suo amico-CT e gli indica di guardare il tabellone, Bearzot si gira, legge, infine i due si guardano e con il viso rigato dalle lacrime si riabbracciano più forte di prima. Sul tabellone del Sarrià non c'è scritto nulla di particolare, solo la notifica di quanto successo in campo: Italia - Semifinalista, più sotto, Paolo Rossi - Hombre del partido.
Davide ha sconfitto Golia. Così dissero in molti. In realtà, quel giorno, i veri giganti furono i ragazzi di Bearzot. E in quella indimenticabile estate del 1982 lo dimostrarono fino in fondo, laurandosi CAMPIONI DEL MONDO!!...
L'Italia scesa in campo al Sarrià contro il Brasile


(Piccola curiosità)
L'indimenticato Nando Martellini, telecronista RAI, voce narrante di quell'incontro al momento del terzo gol di Rossi si lascia scappare un sonante "Pareggio!!". Solo in pochi rilevano il veniale errore che però, ci piace pensare, sia stato dettato dal suo subconscio che, come quello di qualsiasi altro tifoso, non riesce a credere a ciò che stava accadendo. Si rifarà alla grande. Entrando nei cuori di ogni italiano quando, in finale con la Germania Ovest, a fine partita esclama il triplice Campioni del Mondooo!!!

Commenti

Post popolari in questo blog

Il misterioso uomo nero delle Olimpiadi

Il "Fosbury flop"

Zolder 2002: La volata perfetta