Tributo alla NBA

La stagione 2019/2020 del maggior campionato professionistico di basket al mondo è ormai alle porte. Dal 22 ottobre comincia la "Regular Season" della NBA (acronimo di National Basketball Association) che proseguirà ininterrottamente tra una schiacciata, una "bomba da tre", una stoppata e l'altra fino a giugno prossimo passando per i play-off e concludendosi con le spettacolari Finals. Per qualsiasi appassionato di basket la NBA rappresenta il massimo che questo sport possa offrire ed è considerato un torneo a parte rispetto a tutto il resto. Non c'è Mondiale o Olimpiade che tiene, l'NBA è semplicemente il top. Il perchè è presto detto: ci giocano i più forti al mondo. Bella scoperta direte voi, i più forti sono gli americani. Vero, ma non è solo questo. Certo, non vi è dubbio che le stelle più luminose di questo sport siano appunto americani ma ormai da decenni anche i migliori del "resto del mondo" giocano in questo campionato, anzi per questi, l'NBA è il traguardo della propria carriera per essere, poi, consacrati definitivamente. In realtà la bellezza di questo campionato non sta solo in questo ma si tratta di qualcosa di più profondo, perchè è tutto il sistema che è diverso e spettacolare rispetto agli altri. E' unanime il detto che vedere una partita di basket americano rispetto a una di qualsiasi altra lega è come vedere un altro sport. Eppure è sempre basket. Si ma la velocità, la spettacolarità, la potenza e il dinamismo è di un altro livello, certe giocate sono talmente incredibili da sembrare di guardare un videogioco dal vivo. A dire il vero qualche differenza  con il resto del mondo cestistico c'è, a cominciare dalle regole. Innanzitutto la durata: infatti in NBA le partite hanno un tempo totale di 48 minuti effettivi, ben 8 in più rispetto ai parametri della Federazione Internazionale (FIBA), il perimetro dell'area è più largo cosa che aumenta la distanza nei tiri da 3 e questi sono solo due esempi tra quelli più rilevanti. Tutti particolari che rendono ancora più entusiasmante questa Lega .
Un colpo d'occhio del TD Garden di Boston
uno dei palazzetti più caldi della NBA
Inoltre l'innata facilità con cui gli americani creano eventi sembra sposarsi perfettamente con questo sport basti pensare come un campionato talmente lungo e logorante (ogni squadra gioca 82 partite, play-off esclusi) riesca sempre a mantenere alto l'interesse pubblico nonostante ci siano partite praticamente ogni giorno, anche a Natale! Anzi, quella di Natale è una delle giornate più attese dal pubblico USA, difatti il "Christmans Day" risulta sempre una delle partite più seguite della stagione. Ma c'è anche il "Martin Luther King Day" o il "St. Patrick Day" senza contare l'evento per eccellenza che arriva puntuale ogni anno verso febbraio ovvero il mitico "All Star Game". Già perchè, come se non bastasse, in mezzo alla stagione regolare si trova lo spazio per un week-end dedicato esclusivamente al meglio che fin lì ha offerto la Lega con spettacoli di tutti i tipi come la gara delle schiacciate o quella di tiro da tre punti per concludersi, la domenica, con la partita tra i più forti giocatori della stagione solitamente divisi in Est contro Ovest (anche se dalla passata stagione si è sperimentata un nuovo format misto..). Ma non è finita, perchè un'altra cosa che rende unica e speciale la NBA è la struttura del campionato stesso: attualmente la Lega è composta da 30 squadre, o meglio, franchigie (così le definiscono in America) divise in due aree geografiche, dette "Conference" (Est e Ovest), le quali a sua volta vengono divise in 3 zone ("Division") ognuna con la sua classifica che comunque tiene conto del totale delle partite giocate. Per qualificarsi ai play-off bisogna entrare tra le prime 8 delle due Conference, non ci sono retrocessioni, chi non va avanti ci riproverà la stagione dopo. Insomma, una Lega a numero chiuso e se pensate a quanto siano vasti gli Usa capite che ogni franchigia rappresenta non solo la città di provenienza ma molto spesso lo Stato di appartenenza. Ecco quindi come ogni squadra sia ormai diventata una sorta di simbolo, un marchio, uno stile di vita per un popolo intero, infatti basta citare nomi come Celtics o Bulls per collegarli in automatico a Boston e Chicago e il giochino potrebbe continuare con Lakers (Los Angeles) o Spurs (San Antonio) e così via. Da notare anche come l'organizzazione della NBA sia diventata ormai un esempio per tutti gli altri sport. Infatti per tenere sempre un certo equilibrio tra le franchigie è proprio in questa Lega che sono nate regole che piano piano vengono copiate in giro per il mondo. Parliamo ad esempio del "Salary Cup" ovvero la somma massima di denaro che una società può spendere  complessivamente per ogni stagione, regola che può sembrare semplice ma che ha tante sfaccettature al suo interno come per esempio la "Luxury tax" che viene attribuita a quelle squadre che superano il tetto salariale e che quindi sono costrette a pagare alla Lega il corrispettivo del denaro usato in più e che verrà poi ridistribuito dalla Lega stessa alle squadre che non l'abbiano superato. Ecco perchè oltre alla sua spettacolarità, la NBA, è vista come modello per tutto ciò che rappresenta. Per fare un esempio nel calcio già da tempo si parla di rinnovamenti regolamentari e non è da escludere che tra qualche anno, specie in Europa, si possa arrivare ad una SuperLega anch'essa a numero chiuso con un salary cup molto simile a quello americano. Insomma, da che lato la si voglia guardare la NBA è davvero il meglio che lo sport (non solo il basket) possa dare.  Lo slogan che da qualche anno accompagna questo torneo, il pretenzioso e romantico "I Love NBA", in realtà non è poi così ardito, perchè chiunque si affaccia a questo mondo ne resta sinceramente colpito e ne rimane stregato tanto che anchi chi scrive non può non condividere questa espressione...provate e vedrete che dopo, anche voi, direte I Love NBA!!!
Ieri e oggi: il meglio del basket NBA

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