Champions League, la genesi

"Decieeeeeeempiooonsss"...qualsiasi tifoso di calcio del vecchio continente ha almeno una volta canticchiato, intonato o semplicemente sussurrato, magari con uno slang non proprio british, questa sigla che ormai non rappresenta solo l'inno della Champions League ma una sorta di marchio di fabbrica, meglio, la colonna sonora dei sogni più desiderati da tutti, tifosi, calciatori e addetti ai lavori. Del resto ormai è risaputo che la Champions è il torneo calcistico, riservato ai club, più importante, ricco e famoso in europa, forse nel mondo, e quella coppa, nota come la "coppa dalle grandi orecchie", è senza dubbio il trofeo più ambito. Il fatto che partecipano i migliori club d'europa e di conseguenza i migliori calciatori del pianeta è solo uno dei motivi che fanno si che questo torneo sia così apprezzato, in realtà c'è molto di più. Certo una parte importante lo fa il business, inutile sottolineare i tanti milioni di euro che girano attorno a questo torneo tra premi, sponsor, partnership, media, è chiaro come nel calcio di oggi dove le squadre in realtà sono delle aziende questo torneo faccia particolarmente gola. Va dato atto alla UEFA (la Federazione che organizza il torneo) di essere riuscita a creare tutto questo senza tralasciare l'aspetto più romantico legato a questo torneo, ovvero, l'aver ideato una competizione sempre moderna ma con un occhio alla tradizione riuscendo in tal modo ad accontentare i tifosi che come sempre sono il motore principale per portare avanti la baracca. Insomma, la Champions ha un fascino e una storia che traspare in ogni partita e ogni volta che parte quella musichetta.
La "Coppa dalle grandi orecchie"
Ma com'è nato tutto questo? Perchè oggi sappiamo ogni dettaglio di questa competizione, dal format agli orari prestabiliti delle gare, ma probabilmente non tutti ricordano come tutto ebbe inizio. Allora riavvolgiamo il nastro del tempo e andiamo con ordine. Fino agli anni '50 le uniche competizioni internazionali presenti in europa erano la Mitropa Cup (o Coppa dell'Europa Centrale) e la Coppa Latina ed erano tornei a cui partecipavano club di poche nazioni europee, quelle presumibilmente più quotate, insomma al contrario di quanto avveniva in sudamerica, dove esisteva già la Copa Libertadores, sembrava non esserci bisogno di un vero torneo continentale. Spesso le squadre più forti dei vari Paesi si davano appuntamento in amichevoli che in realtà di amichevole avevano ben poco visto l'accanimento con cui venivano giocate. E proprio una di queste "amichevoli" è stata la scintilla che ha portato a creare quella che è oggi la Champions League. Nei primi anni '50 la scuola calcistica che si faceva apprezzare maggiormente era quella ungherese che disponeva di giocatori fortissimi quali Puskas, Czibor o Kocacs, tanto che la sua nazionale era temuta e rispettata da tutti visto che ovunque andava vinceva. Nel 1953, gli inglesi erano ancora convinti di essere superiori in questo sport anche solo per il fatto di averlo inventato nonostante nell'unico mondiale giocato avessero subito una clamorosa umiliazione (che loro catalogarono come incidente di percorso), accettarono di giocare con l'Ungheria a patto che si giocasse a Wembley, lo stadio imperiale di Londra. Finì con un clamoroso 6-3 per i magiari. La sconfitta fece vacillare le certezze dei spocchiosi inglesi che però pretesero la rivincita che arrivò puntuale nel maggio seguente, stavolta però a Budapest. Andò peggio: 7-1!!. A quel punto era chiaro a tutti chi era più forte. Proprio in quei mesi la mitica Hoved Budapest, squadra che dominava il proprio campionato e che dava regolarmente 7/8 giocatori alla nazionale veniva chiamata in giro per l'europa per giocare delle amichevoli in modo da far ammirare i suoi campioni. La data che cambia definitivamente la storia è il 13 dicembre 1954. Quel giorno è in programma al Moineux Stadium di Wolwerhampton l'incontro tra i padroni di casa inglesi e, appunto, la Honved Budapest. Le cronache di quella storica partita ci raccontano di uno stadio pieno all'inverosimile, abbondantemente sopra la capienza massima (circa 60mila spettatori), e di una partita entusiasmante e bellissima giocata, è bene sottolinearlo, in notturna che all'epoca era cosa rara visto che erano pochi gli stadi con i riflettori ed il Moineux era uno di questi. Il primo tempo si concluse con la Honved avanti 2-0. Tutto sembrava andare secondo copione ma nella ripresa il fiero orgoglio inglese uscì fuori e inaspettatamente i Wolwes (soprannome della squadra) ribaltarono l'incontro che terminò con un epico 3-2!. La vittoria esaltò la stampa inglese, questa aggiunta al fatto che un mesetto prima lo stesso Wolwherampton battè 4-0 lo Spartak Mosca, altro club che vantava una buona fama, amplificò il tutto. Il giorno dopo il Daily Mail (giornale di riferimento oltremanica) aprì con un titolone: "Salutiamo i Wolwes, ora Campioni del Mondo". Il problema che ad assistere alla partita c'era pure un giornalista francese del'Equipe, praticamente il corrispettivo del Daily Mail per i francesi, un certo Gabriel Hanot che non condivise l'analisi fatta dai colleghi inglesi ed il giorno successivo se ne uscì con un altro eloquente titolo: "No, il Wolwherampton non è ancora il Campione del Mondo dei clubs!". Nel suo pezzo spiegava come gli inglesi per definirsi campioni dovevano dimostrarlo anche a Budapest o a Mosca e che come loro anche altre squadre di altre nazioni potevano esserne meritevoli e lanciò l'idea di creare un grande campionato tra club europei. L'Equipe accolse l'idea e già tre giorni dopo mandò in stampa una bozza dell'idea e la fece recapitare ai principali organismi del calcio. Sulle prime l'idea non fu presa molto in considerazione ma Hanot non si diede per vinto, ne parlò con alcuni dei presidenti delle principali squadre d'europa tra cui il potente Santiago Benabeu, padre-padrone del Real Madrid, al quale l'idea piacque molto. Con l'appoggio di Bernabeu, Hanot capì che poteva scalfire l'iniziale indifferenza dell'UEFA ed il progetto prese sempre più forma. Nel marzo del 1955 al Congresso inaugurale dell'Uefa a Vienna fu presentato da Hanot in persona il progetto alle federazioni di tutta europa. Il dado era tratto. I presidenti delle varie federazioni  fissarono una seconda riunione a Parigi. Cosi, il 2-3 aprile, all'Hotel Ambassador  viene approvato il regolamento presentato dall'Equipe e viene istituito un Comitato Organizzativo che vede eletto come Presidente il francese Bredignan e come Vicepresidenti Bernabeu e Sebes (commissario tecnico dell'Ungheria). A quel punto l'UEFA teme di essere scavalcata e riunisce un Comitato d'emergenza per discutere seriamente di questo torneo chiedendo conforto alla FIFA (l'organismo mondiale del calcio). Ne esce fuori che l'idea possa essere accettata a patto che le federazioni autorizzassero la partecipazioni dei rispettivi club campioni nazionali e che tutto venisse gestito dall'UEFA stessa. Il 21 giugno dopo una leggera correzione al Regolamento le parti si mettono definitivamente d'accordo e così l'UEFA da il via libera alla manifestazione che viene denominata European Champions Club's Cup, più semplicemente European Cup. Nasce la Coppa dei Campioni. Il format è semplice: 16 squadre campioni dei rispettivi Paesi, tabellone stile tennistico, si parte dagli ottavi di finali con partite di andata e ritorno fino alla finale unica, in campo neutro.
La prima storica partita
di Coppa Campioni / Champions League
Il 4 settembre 1955, neanche nove mesi dopo l'amichevole del Moineux, si gioca la prima partita della nuova competizione. Quella domenica all'Estadio Nacional di Lisbona, alle ore 17 in una giornata di vento e sole, va di scena Sporting Lisbona-Partizan Belgrado. Finirà con un pirotecnico 3-3. E' l'inizio di tutto. Da allora sono passati oltre 60 anni è l'entusiasmo e la passione di allora non solo non si è spenta ma al contrario è sempre più forte e tangibile. Quel format è rimasto intatto fino al 1991, poi dalla stagione successiva l'UEFA ha modificato tutto, inserendo una prima fase a gruppi ma sopratutto ha rifatto il look alla manifestazione cambiando il nome in Champions League e inserendo quel famigerato inno. Da allora è stato un crescendo che ha portato ad allargare il torneo, dapprima alle seconde classificate dei maggiori Paesi europei e più avanti ammettendo addirittura le terze e le quarte. Questi cambiamenti sul momento hanno fatto storcere la bocca un po a tutti, sopratutto ai più conservatori, ma col tempo si è capito che in un calcio ormai globalizzato e dominato dal Dio Denaro questi cambiamenti erano inevitabili. Tornando a quella prima storica edizione vale la pena ricordare che a vincere fu il Real Madrid che sconfisse nella finale di Parigi i francesi dello Stade Reims. Se vi stiate domandando come mai la tanto acclamata Hoved non riuscì a vincere, la rispsta è semplice: neanche partecipò al torneo, per l'Ungheria infatti giocò il Voros Lobogo (l'attuale Mtk Budapest) in quanto campione in carica proprio a scapito della Honved che evidentemente pagò il fatto di privilegiare le amichevoli internazionali al torneo di casa. In quanto al Wolwerhampton va detto che a quella prima edizione la federazione inglese non accettò l'invito perchè non convinta della bontà del progetto per poi fare marcia indietro entrando in corsa già l'anno successivo, una beffa per i Wolwes che nel '54 vinse il titolo mentre nel '55 dovette dare strada al Chelsea. Per la cronaca i Wolwes riusciranno a giocare la Champions solo qualche anno dopo (1958) ma ormai il momento buono era passato.
I capitani di Stade Reims e Real Madrid si stringono la mano
13 giugno 1956 - la prima finale di Champions

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