Il Gran Premio della vergogna


La Formula1, da sempre, è considerato uno degli sport più spettacolari in assoluto. La potenza dei motori, l'adrenalina della velocità unite alla spettacolarità dei sorpassi rendono questo sport un concentrato di emozioni che affascinano i milioni di appassionati sparsi in tutto il mondo. Di contro c'è anche chi dice che oggigiorno queste emozioni sono fin troppo centellinate il che rende i gran premi più noiosi. Riguardo a questo negli ultimi anni la FIA (Federazione Internazionale) ha cercato in tutti i modi di rendere più appetibile il suo prodotto andando a modificare di volta in volta i regolamenti. Non sempre tali cambiamenti hanno dato i frutti sperati ma va detto che effettivamente nelle ultime stagioni c'è stato un leggero miglioramento. Difficile dire quando si è arrivato a questo, certo è che all'inizio degli anni 2000 con una sempre più maggiore attenzione all'elettronica e il contemporaneo dominio del binomio Schumacher-Ferrari che fanno incetta di Mondiali avvengono i primi cambiamenti. Cambio nella distribuzione dei punteggi, cambio nella sessione di qualifiche, innovazione su i treni di gomme da utilizzare ad ogni gara, insomma la Formula1 si rifà il look. Nel Mondiale 2005 i risultati si vedono e c'è un mescolamento di forze che rende più avvincente la corsa al titolo. La Ferrari ci mette del suo con un'involuzione della macchina dovuto anche a un fisiologico fine-ciclo che vedrà i suoi piloti restare spesso nelle retrovie. I primi Gran Premi vedono il dominio delle Renault che vincono le prime 4 gare sopratutto con lo spagnolo Fernando Alonso che ne porta a casa tre, poi tocca a Raikkonen su McLaren riaprire il Mondiale, le Ferrari restano ai piedi del podio. Con queste premesse si arriva al GP degli Stati Uniti, nono appuntamento della stagione, che si corre a Indianapolis. Il mitico ovale americano dal 2000 ospita anche le gare di Formula1 per farlo fu costruito, all'interno del catino, un circuito che si snoda tra i parcheggi e le strade di servizio e che utilizza solo in parte il velocissimo anello solitamente usato per la famosa 500 miglia. L'episodio che indirizza l'esito finale di questo incredibile GP avviene già il venerdì durante la seconda sessione di prove libere. Ralf Schumacher, fratello del più noto Michael, con la sua Toyota a causa di un problema alla gomma posteriore sinistra va a sbattere violentemente all'uscita dell'ultima curva. Il pilota esce indenne dall'incidente, ma i medici gli negano categoricamente di correre alla domenica (verrà sostituito dal terzo pilota, Zonta).
Ralf  esce indenne dalla
sua Toyota
L'episodio sembra un normale incidente, non sarà così. Infatti altre vetture evidenziano un preoccupante calo di pressione delle gomme dopo pochi giri, praticamente succede a tutte quelle gommate Michelin, le più preoccupate sono la Sauber e la Toyota. L'azienda di pneumatici francese che fornisce 7 team su 10 conferma  tutto, il problema potrebbe essere un difetto di fabbricazione nel lotto dei pneumatici spediti dalla Francia alla volta dell'Indiana. Preoccupa sopratutto l'elevata sollecitazione delle gomme proprio nella curva dove ha avuto l'incidente Ralf Schumacher. Intanto le prove proseguono, si arriva alle qualifiche con tanta preoccupazione ma, grazie al cielo, senza incidenti. Ironia del destino la pole position la registra l'altra Toyota, quella del nostro Jarno Trulli che mette in riga Raikkonen su McLaren e Button su Honda. Le Ferrari sono quinta (Schumacher) e settima (Barrichello), solo sesto il leader del mondiale Alonso. Solo dopo le qualifiche la Michelin riferisce ufficialmente che i loro pneumatici hanno un'autonomia  massima di 10 giri, ne consegue che la sicurezza dei piloti non è garantita. A quel punto i Team gommati Michelin chiedono alla FIA di poter cambiare treno di gomme (cosa non prevista dal regolamento) nonostante questa soluzione non escludesse del tutto i rischi per i piloti. La FIA non concede deroghe così si cerca una soluzione che permetta il regolare svolgimento della corsa: l'idea sarebbe di inserire una chicane prima dell'ingresso nel rettilineo in modo di rallentare notevolmente la velocità media del giro. La cosa ovviamente non piace agli altri Team, quelli gommati Bridgestone (Ferrari, Jordan e Minardi), inizia così un lungo braccio di ferro tra le parti. La stessa FIA non è convinta della soluzione che effettivamente sembra scontentare tutti e sembra orientata a dire no. Arriva il giorno della gara, il clima è teso, sembra non si corra. Briatore (Renault) e Ron Dennis (McLaren) provano un ultimo disperato tentativo di mediazione, l'idea è quella di far partire le vetture con gomme Bridgestone nelle prime tre file ma inserendo comunque la famigerata chicane. L'accordo sembra raggiunto, quando arriva il veto della Ferrari. C'è grande incertezza, ma al momento di andare in pista tutte le 20 vetture si presentano in griglia. E' il 19 giugno 2005, il Motor Spedway di Indianapolis è stracolmo di gente pronta ad assistere al Gran Premio, non sanno però che saranno testimoni di una delle pagine più brutte della storia del Circus.
Terminato il giro di ricognizione le vetture con
gomme Michelin rientrano ai box e si ritirano
Al termine del giro di ricognizione, infatti, le 14 vetture gommate Michelin rientrano ai box e si ritirano per mancanza di sicurezza!. Sulla griglia di partenza rimangono in 6. A quel punto anche gli spettatori comprendono che si correrà un GP-farsa e cominciano a rumoreggiare e inveire contro tutti, piovono oggetti in pista, la rabbia è tanta. Va da sè che lo "spettacolo"  che ne viene fuori è un qualcosa di orrendo, con le rosse che prendono il largo tra il disgusto della gente, con Barrichello che coglie in pieno una bottiglietta lanciata dagli spalti fortunatamente senza lasciare danni. La gara ha persino un momento di tensione, quando Schumacher al rientro dai box stringe Barrichello per tenere la prima posizione e il brasiliano è costretto ad uscire di pista per evitare il contatto. Dopo un'ora è mezza di noia termina il GP più brutto della storia col tedesco della Ferrari che vince la sua prima e unica corsa in quel 2005 davanti al compagno di scuderia con le Jordan staccate di un giro e le Minardi addirittura di due. La surreale gara stabilisce anche alcuni primati: innanzitutto è quella con meno vetture alla partenza, ma anche il quarto posto di Karthikeyan che diventa il primo indiano a conquistare punti iridati. Inoltre il terzo posto del portoghese Monteiro risulterà essere l'unico podio della sua carriera, in quanto alle Minardi quelli di Albers (5°) e Friesacher (6°) saranno gli ultimi punti della storia della scuderia italiana  prima di diventare Toro Rosso. A uscire maggiormente con le ossa rotte da Indianapolis è la Michelin che provò a rimediare risarcendo tutti i biglietti dell'evento e offrendone 20mila per quelli dell'anno successivo distribuiti fra gli spettatori presenti a Indy. Gesto nobile ma che non bastò a cancellare la figuraccia in mondovisione.
Il podio finale di Indianapolis

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