Le follie del Martìn calciatore

Il tifo calcistico, si sa, è un mondo assai particolare. Ci si attacca ad una squadra e la si segue con una passione e una dedizione ai limiti dell'eccesso. Si crede in presunti ideali e nei colori che essi rappresentano con religiosa fede. I giocatori diventano beniamini, dal capitano all'ultimo dei panchinari, nessuno escluso. Certo, quelli più bravi vengono issati a miti ma capita anche che quelli meno tecnici vengano premiati come i primi per altri tipi di qualità (grinta, attaccamento alla maglia ecc..). Una delle icone del calcio mondiale è sicuramente Diego Armando Maradona. E' noto, infatti, cosa rappresenti Diego per gli argentini, una sorta di eroe vivente, di più, un Dio tanto che i suoi compatrioti giocando con quello che era il suo classico numero di maglia lo definiscono, appunto, "D10S". Per i tifosi del Boca Juniors, poi, tutto questo è amplificato visto che il "Pibe de Oro" ci ha giocato sia a inizio che a fine carriera, chiudendo proprio al Boca nel 1997. Eppure, anche se può sembrare incredibile, dopo Maradona un altro argentino è riuscito a riscaldare i cuori degli "xeneizes" (così vengono chiamati i tifosi del Boca) almeno quanto lui. Quell'uomo che per un breve periodo fu suo compagno di squadra e che, ironia della sorte, segnò il gol della vittoria nell'ultima partita ufficiale giocata da Diego quel lontano 25 ottobre '97 in un epico River Plate-Boca Jrs (1-2) è, ovviamente, ...Martìn Palermo!.
"El Loco" e "El Diez"
due miti del Boca Jrs. 
Palermo, classe 1973, di chiare origini italiane (i nonni erano siciliani) si mette in mostra nell'Estudiantes con cui debutta nel massimo campionato argentino. Fisico imponente, tecnicamente non eccelso ma comunque di livello, grinta e coraggio da vendere, ha come qualità principale una vena realizzativa impressionante. Insomma, un bomber di razza. Il suo brutto carattere e il continuo litigare con avversari, arbitri e compagni gli procurarono sin da subito il soprannome di "El Loco" (il Pazzo). Fattosi notare a suon di gol, nel 1997, approda al Boca Jrs. C'è subito sintonia con l'ambiente e con Maradona (evidentemente certi caratteri eccentrici si legano bene tra loro), i gol arrivano a valanga e così "El Titan" (il Titano), altro soprannome affibiatogli, nel 1998 vince il Pallone d'oro della Conmebol (Federazione del Sudamerica) come miglior giocatore sudamericano dell'anno.La sua fama comincia ad aumentare tanto che diversi club europei iniziano a fargli la corte. A camminare di pari passo con i gol ci sono anche i suoi proverbiali "colpi di pazzia". In tal senso sale definitivamente alla ribalta durante la Coppa America del 1999. Ovviamente è l'attaccante titolare dell'Argentina e in quel torneo segnerà 3 gol in 4 partite ma verrà per sempre ricordato per quanto accaduto nella partita contro la Colombia. Il 4 luglio le due nazionali s'incontrano in una partita-chiave per il primato nel girone, accade di tutto. Partita rude, dopo soli 5' rigore per l'Argentina, occasione d'oro per Palermo che ovviamente si presenta dal dischetto, gran botta e palla che finisce in tribuna dopo aver toccato la traversa. Passano altri 5' e stavolta il rigore se lo procura e lo realizza la Colombia, 1-0. Il tutto unito all'estremo agonismo dell'incontro innervosiscono più del dovuto il nostro eroe che pur lottando come un leone sbaglia troppo sotto porta. A inizio ripresa c'è un'altra occasione per la Colombia, sempre su rigore, ma stavolta a sbagliare sono i "Cafeteros", la partita resta in bilico, poi a un quarto d'ora dal termine Palermo si procura un nuovo rigore e ancora una volta si presenta dal dischetto. Altro rabbioso tiro e altro pallone in curva. E due!. "El Loco" è sempre più furente e vuole farsi perdonare ma fa peggio perchè pochi minuti dopo accorso ad aiutare i compagni in difesa sugli sviluppi di un angolo liscia un'intervento dando il via libera per il 2-0 dei rivali. Che per lui sia una partita stregata appare chiaro, nel finale avrebbe la possibilità di riaprirla ma sciupa un'altra occasione, poi in ripartenza arriva addirittura il 3-0. Partita finita. Ma non per Palermo che continua a lottare con tutti, a tempo scaduto di prepotenza recupera un pallone dribbla un paio di difensori che al momento del tiro lo buttano giù, rigore!. Cocciutamente prende il pallone e ai compagni dice "Lo tiro io!". Altra bordata incredibile, stavolta inquadra la porta ma il tiro è centrale e il portiere ci mette i pugni. E tre!! Record, nessuno aveva mai sbagliato tre rigori in una sola partita, almeno no a questi livelli. Roba da pazzi, appunto. Quell'episodio insieme a diversi seri infortuni fanno si che rimarrà lontano dalla nazionale per tanto tempo. Intanto, sempre nel '99, la Lazio si aggiudica l'asta per portarlo in Europa, l'accordo col Boca è raggiunto il trasferimento è previsto per la riapertura del mercato di gennaio del 2000. Il problema è che a novembre il Loco si rompe i legamenti del ginocchio e quindi salta tutto. Resta fermo 6 mesi, rientra giusto per contribuire alla vittoria della Coppa Libertadores col suo Boca. Riconquista il posto da titolare e nella finale Intercontinentale contro il Real Madrid trascina con una doppietta i suoi alla vittoria. Il "treno" per l'Europa che ormai sembrava passato si ripresenta e così, finalmente, nel gennaio 2001 approda al Villareal. L'impatto è positivo, il peggio sembra passato ed invece in modo incredibile si rifà male. Mentre esulta per un gol, il muretto che sostiene i cartelloni pubblicitari crolla proprio sopra la sua gamba, l'esito è tremendo: frattura di tibia e perone, 6 mesi di stop. Stavolta riprendere è dura, lui prova, sempre in Spagna, con Betis e Alaves ma non sono stagioni felici, così nel 2004 torna a casa. Al Boca ovviamente. I suoi detrattori dicono che ormai è verso fine carriera gli danno al massimo un altro paio di stagioni discrete prima dell'inevitabile ritiro. Lui è convinto che può dare ancora molto, così come ne sono convinti gli xeneizes che continuano a stravedere per il Loco. Ricambierà la loro fiducia con caterve di gol. Arrivano campionati nazionali e coppe continentali varie, l'apice lo tocca nel 2007 quando insieme a Palacio e Riquelme forma un tridente di cui ancora oggi se ne decantano le lodi che porteà il Boca a vincere la sua sesta Libertadores e ad arrivare in finale del Mondiale per club persa contro il Milan (4-2) con lui capitano ma giocata senza Riquelme. Nel 2008 il destino ancora una volta gli porge le spalle: si rompe i legamenti del ginocchio destro ed altri 6 mesi fermo. Finito? Macchè!!. Ritorna alla sua maniera, continuando a segnare. Gol dopo gol, le sue prestazioni fanno sensazione. Il 4 ottobre 2009 stabilisce un nuovo record, certificato dai Guinness dei primati, un qualcosa di unico in senso positivo stavolta. Contro il Velez abbatte le leggi della Fisica segnando di testa da 38 metri! Sono giorni indimenticabili per Martin che nel mentre ha ritrovato persino la nazionale a distanza di 10 anni dall'ultima volta. A volerlo nella "Selleccion" è proprio il suo amico Maradona diventato nel frattempo C.T. Infatti Diego ha bisogno della sua esperienza , della sua "garra" e del suo essere Loco per salvare l'Argentina da una disfatta storica: la mancata qualificazione al Mondiale. Già perchè la situazione si è fatta complicata, in programma c'è la partita interna col Perù dove serve assolutamente la vittoria per staccare il biglietto per il Sudafrica. Il 10 ottobre al "Monumental" di Buenos Aires, lo stadio che rappresenta la casa del River Plate (..odiato rivale del Boca), la nazionale sta vivendo un dramma sportivo. E' il 90simo minuto, Maradona in panchina è pietrificato dal terrore, Messi vaga per il campo come un fantasma, l'Argentina sta pareggiando 1-1, il baratro è vicino. Il Loco è entrato nella ripresa, non ha fatto molto ma è l'unico che combatte senza sosta, al terzo e ultimo minuto di recupero, su un cross messo in mezzo più per disperazione che altro, appostato sul secondo palo, la mette dentro.
Miracolo al "Monumental":
"San Martin" salva l'Argentina
E' il delirio. Esulta con le braccia aperte con lo sguardo rivolto verso il cielo, in una sorta di stato di trance, come a scrollarsi di dosso tutte le scorie accumulate in anni di assenza in nazionale e le critiche per chi lo definiva "bollito". Intorno a lui è tutto una festa con quello stadio che tante volte lo insultava  e che ora lo acclama a eroe inneggiando il suo nome al grido di "San Martin". In un colpo solo El Loco ha evitato a D10S e al popolo argentino una vergogna mondiale. Dopo la sosta, ancora carico da quanto accaduto, segna a raffica e a fine campionato raggiunge la vetta come il più grande realizzatore della storia del Boca. Poi prepara le valigie e vola in Sudafrica: come ringraziamento Maradona lo porta al Mondiale, non solo, ma nell'ultima partita del girone contro la Grecia a 10 minuti dalla fine gli concede l'onore del debutto. Entra al posto di Milito, emozionato come un bambino per essere riuscito a coronare il suo sogno, quei 10 minuti gli bastano per segnare e archiviare partita e primo posto nel girone consacrando così, a 37 anni, la sua unica presenza Mondiale. Al ritorno dal Sudafrica prepara la sua ultima stagione da calciatore e lo fa alla grande con 14 gol in 38 partite compresa una nel "Superclasico" contro il River. Lasciare il calcio giocato per lui è dura tanto che ammette di essersi fatto aiutare da una psicologa negli ultimi due anni in modo da prevenire un probabile crollo psicologico. Il 12 giugno 2011 gioca la sua ultima partita alla "Bombonera" (lo stadio del Boca) tra le lacrime e le ovazioni della sua gente. Anche in quell'ultimo addio non si smentisce pronunciando il suo discorso d'addio indossando un bandierone coi colori del Boca come un mantello in stile Superman. I tifosi come ultimo omaggio staccano lo scheletro della porta e glielo regalano come ringraziamento per quanto fatto in tutta la sua carriera. Per loro oltre a essere il bomber più prolifico (236 gol!) è semplicemente il più grande giocatore della storia del club....insieme a Maradona, ovvio!!
El Loco dice addio al calcio.
Gli "xeneizes" sono tutti ai suoi piedi

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