La battaglia di Santiago

L'Italia e i Mondiali di calcio: una storia fatta di emozioni, gioie incredibili ma anche disfatte storiche, in ogni caso si parla di partite memorabili tanto da segnare, in molti casi, un epoca. Nello sfortunato (per noi!) Mondiali cileno del '62 c'è una partita che è considerata tra le più controverse, vergognose e, sportivamente parlando violente, della storia del nostro calcio. Una partita che per molto tempo è stata presa ad esempio come la madre di tutte le ingiustizie arbitrali. Almeno fino al 2002, quando un certo Moreno riuscì ad aggiornare la nostra rabbia tanto da soppiantare quello di cui stiamo per raccontare. Parliamo, ovviamente, di quel famoso Cile-Italia passato alla storia come "La battaglia di Santiago" per via della ferocia con cui fu giocato nell'infuocato stadio della capitale cilena di Santiago del Cile.
Per comprendere al meglio quanto accaduto in quel Mondiale bisogna inevitabilmente andare un po più indietro nel tempo per inquadrare lo spirito e l'atmosfera con cui si giocò quella partita. La FIFA, a sorpresa, aveva assegnato al Cile l'organizzazione dell'edizione del 1962 riportando così, a distanza di 12 anni, la rassegna iridata in Sudamerica. La sorpresa era dovuta al fatto che il Cile in quel periodo storico era uno dei Paesi più poveri di quella parte del mondo. A complicare il tutto contribuì il tremendo terremoto che colpì la costa cilena nel maggio del 1960, la scossa più potente mai registrata nella storia (9,5° della scala Mercalli!), che mise in ginocchio la già delicata situazione economico-sociale del Paese. Nonostante la situazione estremamente critica con grande orgoglio i cileni confermarono di voler organizzare il Mondiale. Prima tappa ufficiale fu il sorteggio che mise di fronte nel Gruppo 2 i padroni di casa a Svizzera, Italia e Germania. Dal punto di vista cileno un sorteggio assai sfortunato, tre squadre europee e per di più due di queste già campioni in passato. Fino a quel momento i rapporti tra Cile e Italia erano buoni poi però, a pochi mesi dall'inizio della competizione, un paio di giornalisti italiani si recarono in Cile per un dossier a tutto tondo sulla situazione sociale del Paese. Ne uscirono fuori articoli assai duri, che mettevano in luce la situazione precaria che regnava in tutto il Cile ed in particolare a Santiago. Si parlava di povertà, analfabetismo e prostituzione oltre a una situazione post-terremoto di evidente miseria. La descrizione per quanto veritiera era abbastanza cruda e voleva far riflettere sul fatto che probabilmente il Cile avesse ben altri problemi che organizzare i Mondiali di calcio. Gli articoli ebbero un eco notevole e, chissà come, arrivarono fino in Sudamerica. I media cileni a quel punto, assai irritati, cominciarono a fomentare l'indignazione nei propri compatrioti e così piano piano gli italiani vennero malvisti. A contribuire a tutto questo il fatto che l'Italia disponeva di "oriundi", giocatori sudamericni naturalizzati in modo da giocare in Nazionale, abitudine che in Cile non era ben vista, non solo, ma due di questi (Sivori e Maschio) erano oriundi argentini, ed è nota la grande rivalità tra le due nazioni sudamericane. Come prevedibile gli azzurri vennero accolti male in Cile, per dire, nella partita d'esordio contro la Germania Ovest (0-0) oltre ad un ovvio tifo contro furono fischiati dall'inizio alla fine. Il Cile, al contrario, aveva ben impressionato battendo 3-1 la Svizzera, questi risultati alla vigilia della seconda giornata rendevano ancora più determinante la partita tra Cile e Italia con gli azzurri chiamati a vincere per recuperare in classifica. Inutile sottolineare l'incredibile tensione che regnava quel 2 giugno '62 allo stadio Nacional di Santiago del Cile. Di fronte a 66mila cileni arrabbiati e pronti a vivere il match come fosse una guerra, gli azzurri scesero in campo cercando di smorzare la tensione lanciando mazzi di fiori al pubblico che per tutta risposta li ricambiò con un'assordante bordata di fischi e in qualche caso con i fiori che ritornarono in campo. Che il clima fosse ostico lo si sapeva ma la nostra Federazione era preoccupata che questo potesse condizionare anche l'operato degli arbitri, così quando la FIFA designò l'arbitro spagnolo Ortiz de Mendibil chiese ed ottenne che fosse sostituito in quanto non trovava giusto che fosse della stessa lingua madre dei cileni. A quel punto la designazione cadde sull'arbitro inglese Ken Aston che, va detto, era uno dei più famosi e preparati dell'epoca. Anche quella designazione però fu strana in quanto Aston aveva già arbitrato il Cile nella sua partita d'esordio, questo ad oggi è ancora l'unico episodio in cui un arbitro ha diretto le prime due partite della nazionale del Paese organizzatore. L'inizio del match fu subito chiaro a tutti, più che una partita di calcio sembrava una battaglia. Dopo solo 7' il primo episodio: il nostro Ferrini viene colpito duramente da Landa con un intervento da dietro e reagisce scalciando l'avversario, l'arbitro solo allora interviene, ne nasce un parapiglia incredibile. Aston intento a far riportare la calma non si accorge che dietro di lui gli animi tra l'azzurro Maschio e il cileno Leonel Sanchez si scaldano col primo che rifila un pugno al secondo. Il tutto si placa quando si vede Ferrini che viene accompagnato dall'arbitro fuori dal campo, all'epoca non esistevano ancora i cartellini quindi quello era un chiaro segno che il giocatore veniva espulso.
Ferrini viene accompagnato fuori dal campo
dall'arbitro e dalla polizia
Ci vollero i gendarmi per far uscire definitivamente dal campo l'incredulo Ferrini. La partita proseguì in maniera frammentaria con ripetuti falli da una parte e dall'altra il che scaturiva inevitabili proteste e discussioni. Al 38' il match toccò l'apice della tensione: Leonel Sanchez avanzava sulla fascia sinistra quando il nostro David in maniera del tutto regolare entrò in contrasto, il cileno finì a terra, il guardalinee a meno di un metro fece segno che il gioco poteva proseguire, a quel punto David rientrò sul pallone e solo allora sullo slancio toccò l'avversario ancora a terra. A quel punto il guardalinee sbandierò richiamando l'attenzione del l'arbitro mentre Sanchez furente, alzatosi da terra, rifilò un pugno in pieno volto al povero David. Incredibilmente Aston non intervenne, anzi, decretò punizione in favore del Cile scatenando l'ira del clan azzurro. Altre discussioni infinite oltre a minacce, neanche tanto velate, tra i giocatori in campo. Qualche minuto dopo David entrò in gioco scorretto, una sorta di mossa stile Kung-fu, proprio su Sanchez che colpito alla spalla stramazzò a terra. L'arbitro in quel caso non ebbe esitazione e cacciò dal campo l'azzurro. La partita, ormai ingovernabile, venne interrotta più volte per cercare di riportare la calma, per farlo ancora una volta dovettero entrare in campo i gendarmi. Ma non è finita qui perchè poco dopo, sempre Sanchez, colpì l'italo-argentino Maschio procurandogli la frattura del naso.
Humberto Maschio a terra soccorso dal medico
Naso fratturato
Anche in questo caso non arrivò nessun provvedimento. Allora non erano consentite sostituzioni per tanto Maschio, visibilmente stordito, dovette rimanere in campo così gli azzurri chiusero il primo tempo in 9 di numero ma, di fatto, in 8 viste le condizioni fisiche del suddetto Maschio. Capita la situazione gli azzurri nella ripresa cercarono, per quanto possibile, di non cadere in  ulteriori provocazioni cercando in tutti i modi di portare a casa lo 0-0. La partita proseguì con continue interruzioni di gioco provocate da interventi al limite da entrambe le parte. Ma in un clima di caccia all'uomo e con il pubblico che incitava alla battaglia, per di più in 9 contro 11 e con Maschio infortunato era impresa assai difficile portare a casa il pareggio, così a poco più di un quarto d'ora dal termine su una corta respinta del nostro portiere, Ramirez di testa.ribadisce in rete portando il Cile in vantaggio. Il gol subito è una doccia fredda per i nostri che per la verità provano anche a reagire ma le energie fisiche sono ormai al lumicino così a 2' dal termine una gran botta da fuori area di Toro mette il sigillo finale al match. Cile-Italia 2-0, azzurri eliminati! Dal punto di vista cileno la vittoria sapeva di rivalsa nei confronti di chi li ha criticati e derisi come popolo, in generale quell'incontro ha fatto parecchio discutere non solo in Italia (dove l'arbitro Aston fu indicato come responsabile unico della disfatta) ma anche nell'opinione pubblica mondiale che ha considerato quell'arbitraggio come "il più disonesto della storia dei Mondiali". In quanto a Ken Aston quella fu l'ultima partita diretta in un Mondiale mentre la sua carriera terminò poco tempo dopo, anche se rimase a lungo come dirigente nella commissione arbitrale della FIFA e qualche anno più tardi ebbe il merito di ideare i cartellini gialli per le ammonizioni e rossi per le espulsioni che vennero introdotti a partire dal Mondiale messicano del 1970 dove lui fu responsabile e designatore.di tutti gli arbitri.
Per la cronaca quel Mondiale per il Cile resta il migliore di sempre visto che la Nazionale di casa si spinse sino alle semifinali dove perse solo dal grande Brasile di Garrincha, poi vittorioso, togliendosi lo sfizio di salire sul podio battendo nella finalina (1-0) la Jugoslavia.
Un immagine simbolo della "Battaglia di Santiago":
L'indisponente arbitro Aston punisce gli azzurri

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