E il Mondo scoprì i "Leoni Indomabili"


Storicamente ai Mondiali di calcio le partite che hanno il maggior riscontro mediatico sono principalmente due: la prima, ovviamente, è la finale mentre la seconda è la partita inaugurale. In entrambi i casi l'attesa per questi incontri è snervante per ogni tifoso e contagia anche chi il calcio solitamente non lo segue. Ormai da diversi anni la Fifa ha messo come regola base quella che ad aprire la rassegna iridata sia la nazionale padrona di casa. Ma non è stato sempre così, infatti prima questo onore spettava ai campioni in carica (che, al contrario di oggi, erano anche esentati dalle qualificazioni). Proprio una di queste partite ha segnato un'epoca, proiettando il calcio ad una visione più globale, mostrando agli appassionati di tutto il mondo che il calcio allargava i suoi confini tecnico-tattici. Questa scoperta avvenne per i Mondiali di "Italia '90" quando la partita d'esordio metteva di fronte l'Argentina di Maradona ai semi-sconosciuti africani del Camerun.
Sono i Mondiali delle Notti Magiche, così come cantavano Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, giorni in cui l'Italia intera sognava un trionfo casalingo che non sembrava così impossibile, notti in cui l'orgoglio nazionale prevaleva su tutto e con fierezza aprivamo le porte al mondo mostrandogli la bellezza e l'efficacia del nostro Paese. Come finirà lo sappiamo tutti, ma ancora oggi quei giorni vengono ricordati da tutti noi con un misto di nostalgia e malinconia. E allora torniamo idealmente a quei giorni. E' venerdì 8 giugno 1990, il giorno tanto atteso è arrivato, inizia Italia '90. Allo stadio Meazza di Milano si apre ufficialmente il Mondiale italiano, la cerimonia d'apertura è breve ma molto piacevole, ricca di fiori, musica, colori, con ballerine vestite come le bandiere delle 24 nazionali partecipanti, si chiude col suddetto inno ufficiale della manifestazione cantato dal vivo per poi, finalmente, dare spazio al calcio giocato. Alle 18, puntualissimo, l'arbitro francese Vautrot dà il fischio d'avvio ad Argentina-Camerun. L'inizio è come tutti si aspettavano con l'Argentina che sembra subito prendere campo tanto che già dopo pochi secondi ha una prima palla-gol che però Balbo fallisce miseramente, poi c'è un'altra occasione che sfuma per il pronto intervento dei difensori africani. Insomma dopo meno di dieci minuti l'Argentina, illuminata dalle giocate di Maradona, sembra pronta ad affondare il colpo. I camerunensi dal canto loro sembrano frastornati, forse l'emozione e l'importanza dell'evento si sono fatte sentire. Però passata questa prima fase sembrano contenere meglio l'iniziativa argentina, anzi, in un paio di contropiedi provano persino a pungere gli avversari. Piano piano la partita si fa più equilibrata anche perchè i giocatori del Camerun hanno capito che l'uomo da fermare, in qualunque maniera, è proprio Maradona che spesso viene triplicato.
Maradona a terra, per fermarlo i camerunensi
ricorrono alle maniere forti..
Così facendo l'Argentina sembra spegnersi, il pubblico che sin dall'inizio si era schierato con gli africani un pò per simpatia e molto per antipatia verso il "napoletano" Maradona, prende ad incitare in maniera più sostenuta tanto che quelli del Camerun si esaltano e cominciano a crederci. Intorno alla mezz'ora si capisce che per i sudamericani non sarà semplice portare a casa il match, le occasioni da gol cominciano a scarseggiare e devono sempre più guardarsi le spalle. Intanto agli occhi dello spettatore più attento appare evidente che quelli del Camerun non sono poi così male, denotando dei buoni fondamentali. Da un punto di vista tattico magari c'è da migliorare ma la tecnica è più che sufficiente, o almeno così sembra. Già perchè non è semplice capire i giocatori africani, sono capaci di tutto e del suo contrario: capita che un difensore un minuto prima esca da una situazione difficile con autorità, palla al piede e testa alta, per poi due minuti dopo, senza pressioni avversarie, non riuscire nel più elementare degli stop, o ancora, il centrocampista di turno che si destreggia in dribbling per poi, senza motivo, sparare la palla in tribuna! Insomma è un Camerun indecifrabile ma anche bello da vedere, sicuramente ispira simpatia. A fine primo tempo il risultato è ancora inchiodato sullo 0-0 e gli argentini cominciano ad innervosirsi. Il CT argentino, Bilardo, cambia qualcosa: fuori un difensore (Ruggeri) per un attaccante (Caniggia). Il cambio sembra scuotere l'Albiceleste se non altro perchè Maradona sembra dialogare più facilmente col neo-entrato. I verdi del Camerun ora hanno un uomo in più da tenere d'occhio e le marcature diventano più feroci. Dopo 16 minuti della ripresa il primo momento topico dell'incontro: Maradona (e chi sennò?) libera verso l'aria avversaria Caniggia che viene fermato da dietro da Andrè Kana-Biyick, l'arbitro forse troppo severamente lo espelle, Camerun in 10! Sembra la svolta e invece 6' più tardi accade l'imponderabile.
Francois Oman-Biyick prende l'ascensore
e batte a rete.....goooool!!!!
Gli africani battono una punizione dalla trequarti sinistra, il pallone arriva a  Makanaky che alza uno strano campanile, in piena area di rigore l'attaccante Francois Omam-Biyick (fratello di Kana) salta altissimo anticipando i due centrali argentini, l'incornata che ne viene fuori non è potente nè angolata ma sorprende il portiere Pumpido che ci mette del suo e non trattiene il pallone che, incredibilmente, finisce in rete. San Siro esplode. I camerunensi ballano e si abbracciano in gruppo vicino la bandierina del calcio d'angolo sul lato destro in una immagine che resterà per sempre nella storia dei Mondiali. Gli argentini non credono ai loro occhi e la loro  reazione è più di nervi che di testa. Maradona continua ad essere tartassato da falli mentre i compagni sono un po in confusione. Di contro, i ragazzi africani volano sulle ali della felicità trovando energie che probabilmente non sapevano neanche di avere. Come detto questo Camerun è squadra strana, molto "umorale" , un pò naif così seppur in inferiorità numerica, quando può, non disdegna azioni offensive di massa (anche 5 uomini in area avversaria!) emozionando tutti. Il tempo passa, la partita resta viva anche senza grandi occasioni. Ci si avvia verso la fine, al'84° spunto di Caniggia dalla destra cross in area, Balbo da buona posizione colpisce di testa ma il tiro è fiacco e la palla sin perde sul fondo. Pericolo scampato.. Ma il Camerun è imprevedibile è a 2' dal termine si riversa in attacco, rischiando l'impossibile. Infatti ne viene fuori un contropiede argentino con la palla che arriva al velocissimo Caniggia che si invola verso la porta del pittoresco N'Kono. L'argentino sembra imprendibile con i famelici avversari alle corde pronti a tutto pur di fermarlo. A tutto appunto. Ci prova prima Kunde ma viene saltato facilmente, poi N'Dip che riesce almeno a sbilanciarlo e per finire arriva Massing che, come un treno in corsa, abbatte Caniggia. Lo scontro è tremendo, vola persino una scarpa, l'attaccante vola a terra, l'arbitro ferma tutto. Capannello di uomini e rissa sfiorata poi, inevitabile, arriva il rosso a Massing che, recuperato lo scarpino, lascia i compagni in 9.
Caniggia: una spina nel fianco
per il Camerun
Mancano pochi minuti ed ora in campo è solo battaglia, niente schemi o quant'altro, solo furia e agonismo. Tra cross in area e mischie furibonde, dopo tre interminabili minuti di recupero Vautrot fischia la fine. E' tutto vero. Camerun 1 Argentina 0. Per i verdi africani è la prima vittoria in un Mondiale ma cosa forse più importante hanno fatto innamorare tutti. Lo si può dire senza aver paura di esagerare..il Camerun ha dato spettacolo!!
I "Leoni Indomabili", questo il soprannome dei camerunensi, si sono rivelati al Mondo e con loro a guadagnare rispetto è tutto il calcio africano che proprio da quel giorno verrà visto con un occhio più attento. La cosa più bella è che quella vittoria non sarà fine a se stessa, anzi, sarà l'inizio di una cavalcata trionfale che conoscerà fine solo contro l'Inghilterra nei supplementari dei quarti di finale, segnando un record ancora imbattuto, infatti, mai una squadra africana si è spinta così avanti in un Mondiale (anni dopo verranno eguagliati dal Senegal nel 2002 e dal Ghana nel 2010).
Il Camerun di Italia '90 vincerà il premio simpatia, in copertina finirà il baffuto Roger Milla, all'epoca 38enne, che festeggerà ognuno dei suoi 4 gol ballando la "Makossa", la danza attorno alla bandierina del corner. Non solo ma quella favolosa squadra segnerà un epoca ammaliando generazioni di bambini. L'esempio più lampante riguarda un certo Gigi Buffon che stregato dalle gesta di N'Kono deciderà di fare il portiere e sempre in onore del suo idolo chiamerà suo figlio Thomas.
Forse un giorno vedremo una squadra africana vincere un Mondiale ma fino ad allora la leggenda appartiene a quei 22 Leoni Indomabili che con simpatia, tecnica, rudezza e spensieratezza hanno di fatto scritto la storia.
I Leoni Indomabili in una formazione
scesa in campo a Italia '90

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